Saraceno e la politica economica nel dopoguerra situazioni nelle zone depresse in cui· la rarefazione della popola- -zione attiva, come in tante indicazioni successive Saraceno ha sottolineato, è giunta a punte tali da far ritenere estremamente improbabile la possibilità di un loro sviluppo industriale. È giunta a dar luogo non ad uno sviluppo organico ma ad uno sviluppo a macchia d'olio in altre zone del paese ed è giunta ad un intasamento 11elle zone più sviluppate tale per cui oggi le condizioni di lavoro .che in quei luoghi fino a cinque, sei, otto anni fa erano accettabili, per le situazioni onerose che si sono create in termini di costo della vita, degli alloggi, di pendolarità e con le altre passività che sono connesse con questa offerta di lavoro, oggi non lo sono più. Ecco quindi il modo di onorare i documenti che qui sono raccolti e un uomo che è stato il primo e il più insistente e fervido propositore della programmazione nel nostro paese. Egli ha sempre creduto nella tendenza della ragione ad affermarsi rispetto alla conclusione caotica cui inevitabilmente portano le economie nettamente liberistiche. Per questo dovremmo soprattutto valutare queste pagine come pagine di introduzione ad una politica in larga parte ancora da realizzare. ROSARIOROMEO.- Prima di d~re la parola ai dL1e autori, il prof. Barucci e il prof. Saraceno, credo che si possa rivolgere qualche osservazione, e ai presentatori e agli autori; abbiamo tempo per lo svolgimento di alcuni interventi da parte dei presenti. D'altra partè, quello che abbiamo sentito è già sufficiente per avviare una discussione che, se non ci sono interventi, può avvenire tra i presentatori e i due autori. Ritengo perciò che si possa passare alle repliche, prima del prof. Barucci e poi del prof. Saraceno. PIERO BARUCCI.- Restano da dire ben poche cose, dopo le esposizioni e le osservazioni di Rossi Doria e Tremelloni; desidero solo rispondere in qualche modo a due acuti rilievi del prof. Rossi Doria. Il primo riguarda una certa incon1pletezza della documentazione che si può ravvisare nella mia i11troduzione. Si tratta di un rilievo formalmente esatto e che condivido. Solo cl1e nelle pagine iniziali di questo saggio mi sono trovato di fronte ad un grosso problema di metodo. Introducendo Saraceno, dovevo io tentare, ove ne avessi la forza e la capacità, una storia del pensiero eco110mico italiano in quegli anni su tutti i temi, oppure non era più op11ortuno valutare i contributi di Saraceno in funzione dei contributi dati dagli economisti italiani sugli stessi tern} di Saraceno? Le esclt1sioni che io ho deliberatamente effettuate in questa intro66 Bibliotecaginobianco
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