Saraceno e la politica economica nel dopoguerra considerazioni, anzi tre osservazioni ·che ritengo possano essere stimolanti anche per i comportamenti del momento presente. La prima osservazione riguarda proprio qu~ll'apertura della quale parlava poco fa l'on. Tremelloni, cio:è quella decisione che trova riscontro in parecchie pagine di Saraceno, la netta apertura nella ricerca dell'equilibrio della bilancia dei pagamenti per una economia da ricostruire: l'impostazione quindi di uno sviluppo prevalentemente basato su un massiccio incremento delle esportazio11i. La domanda che ci si pone di fronte a quella scelta essenziale (e per molti aspetti positiva) compiuta nel dopoguerra e di cui fu ardente promotore Saraceno, riguarda le conseguenze che tale scelta ha finito per determinare nell'economia italiana. Quella scelta, unita alla costante debolezza della domanda interna, pone al nostro paese, a vent'anni di distanza, una serie di problemi e di tensioni che sono i problemi e le tensioni maggiori sul piano economico, sul piano monetario e sul piano sociale, del momento presente e forse degli anni futuri. Una seconda osservazione riguarda alcune pagine sulle quali io mi sono soffermato con particolare a~tenzione: quelle che parlano della partecipazione dei lavoratori agli utili e alla condotta del- · l'azie11da. Si tratta delle pagine 101-108 del testo di Saraceno. Questo paragrafo è interessante per il netto distacco che esso segna rispetto sia a tendenze dell'economia corporativa sia a tematiche di cogestione, per un certo tempo care ad una certa dottrina sociale cristiana anche nel nostro paese. Dato il mòmento nel quale tale scritto è stato pubblicato, il 1943, questo è un fatto obiettivamente notevole che conviene sottolineare. Vediamo per esempio la notevole spregiudicatezza di quel che leggiamo a pagina 105: « 110n è i1nprobabile che il favo re che taluni industriali pur gelosi della propria azienda sembra proclamino oggi per la partecipazio11e dei lavoratori al governo azie11dale derivi dalla fondata sensazione che tale partecipazione non muterebbe le forze effettivamente agenti nell'azienda, n1entre assicurerebbe alla loro azione la preziosa soli- - darietà dei lavoratori, solidarietà che è tanto più utile in tempi in cui la gestione aziendale è fondata non tanto sull'iniziativa assunta a pieno rischio sui mercati quanto sulle rivendicazioni da prospettarsi in materia di prezzi, di assegnazione di materie prime o altro ad organi di diretta o indiretta emanazione politica ». Il motivo fondamentale sul ·quale si basa il discorso, che per quell'epoca è indubbiamente avanzato, è tuttavia un motivo che 62 Bibiiotecaginobianco
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