Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Saraceno e la politica econom·ica nel dopoguerra Fu in questo clima - l'amico Saraceno e molti altri presenti lo ricorderanno - che gli esperti economici, o i politici accusati di esserlo, dettero un prezioso apporto, d~venne.ro protagonisti di primo piano, come avvenne per Saraceno· e pochi altri. I politici rimasero, in gran parte, nella convinzione di poter affrontare i temi non economici in pieno distacco da quelli economici. Salvo qualche raro articolo su riviste specializzate, e salve più tardi -Ie discussioni alla Costituente, le dispute sui « tempi lunghi » della nostra economia furono allora accantonate. Il biennio 1945-46, se fu la « fase eroica » della ricostruzione, fu infatti anche la fase del pragmatismo economico. . . . La liberazione del Nord, subito dopo l'aprile 1945, poneva ai nuovi dirigenti politici un compito immediato, quello di diventare pronti e parsimoniosi amministratori pubblici, abbandonando la gloria e i paludamenti di profeti o di filosofi o di grandi riformatori. L'opinior1e pubblica aspettava severamente gli uomini nuovi dell'antifascismo alla prova del fuoco dell'amministrazione, e giudicava ogni irrigidimento ideologico come una perdita di tempo. Fortuna volle che Saraceno - come d'altronde altri più impegnati politicamente, Morandi e Vanoni, come altri collocati d'improvviso alla direzione della cosa pubblica ~ intuì la lezione di pragma~ tismo anglosassone che in quei mesi la ricostruzione esigeva. E fu felice evento per il paese quello che permise a uomini formati alla vita pratica più che a sole esperienze libresche (i quali non avevano cambiali da pagare a partiti né ambivano a facili ma costose popolarità), di affrontare i temi urgenti della nostra condotta economica. I termini del problema erano quelli, così ben sintetizzati da Saraceno, di organizzare le risorse disponibili « nel quadro istituzionale disponibile ». Si scelse la strada del rifare poco a poco i tessuti lacerati, del non lasciar mancare l'alimento delle materie prime e delle fonti energetiche, del tentare attenuazioni progres-- sive delle deficienze più gravi. I materiali aspetti produttivi furono considerati un prius. Una politica di tipo keynesiano era allora manifestamente impossibile, e lo sarà ancora per qualche anno dopo il biennio 1945-46. Le pagine di Saraceno, sui limiti e le limitazioni di codesto biennio, sono illuminanti . . 4. Fino al 1947 il problema più grave, e più assillante, era stato quello di un ripristino dell'apparato produttivo, e quindi di una riattivazione degli scambi internazionali, ciò cl1e comportava una attenzione crescente alla bilancia dei pagamenti. Fino ad allora 56 Bibiiotecaginobia·nco

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