Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

.. Saraceno e la politica economica nel dopoguerra società italiana. Secondo Salvemini, attraverso il suffragio universale e la battaglia liberistica, si sarebbero finalmente potute creare quelle classi nuove nel Mezzogiorno, senza delle quali lo sviluppo economico e civile sarebbe stato impossibile. Sulla stessa linea, vent'anni dopo, si articola il pensiero di Guido Dorso, che ·vuole la distruzione dello Stato storico creato dall'Unità e delle sue strutture portanti - dall'architrave, rappresentata dal prefetto, alla « voltina », impersonata dal maresciallo dei carabinieri - e la nascita d'una nuova classe dirigente, i « cento uomini di ferro » dei quali parlerà nel secondo dopoguerra. In analoga, anche se diversamente articolata posizione, è lo stesso Gramsci, che vede la soluzione della questione meridionale nel quadro della rivoluzione proletaria attraverso l'alleanza tra i contadini del Sud e gli operai del Nord. L'altra corrente, invece, che comincia a prendere anch'essa consistenza a partire dal 1900, segue tutt'altro indirizzo e ripone ogni speranza nello sviluppo economico moderno del paese, guidato dall'intervento pubblico e dalla programmazione e accetta, di conseguenza, pur volendo modificarla, la realtà sociale e politica quale essa è. Questa corrente raggiunge compiuta espressione, prima della grande guerra, nel pensiero e nell'azione di Francesco Saverio Nitti; trova subito dopo la guerra un continuatore convinto in Giovanni Arnendola e mette capo al pensiero e all'azione dei meridionalisti di oggi. Il motivo ispiratore comune degli uomini appartenenti a questa corrente è la convinzione che la questione meridionale possa risolversi solo attraverso il pubblico intervento pianificato nel quadro e nella prospettiva di un'Italia cresciuta a « democrazia industriale » - come diceva Nitti -, ossia attraverso l'industrializzazione dello stesso Mezzogiorno, attuata non per processo spontaneo, bensì per volontà e sistematica azione dello Stato. A motto dell'intera corrente potrebbe, così, assumersi un'incisiva frase di Giovanni Amendola del 1919, nel discorso dal titolo « La Nuova Democrazia»: « Occorre che lo Stato si assuma tutto intero il peso e il merito dell'iniziativa per trasformare razionalmente il Mezzo giorno ». Sebbene sotto il fascismo gli uomini appartenenti alle due correnti - ugualmente impegnati nella resistenza democratica - si siano tra loro avvicinati,. è mancata fino al secondo dopoguerra una vera saldatura tra le due correnti di pensiero; e quando essa 47 · . ibliòtecaginobi~nco -

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