· Sandro Petriccione totale 3 (mentre il Mezzogiorno, col 36% .della popolazione registrava un decremento dal 16 al 13,5% degli o·ccupati nell'industria manifatturiera). Se si p-assa poi all'esame dell'i_ndice. potenza installata per addetto - che è una misura, sia pure grossolana, dell'intensità di capitale -, si nota c-o•meil Mezzogiorno sia passato da 2 cavalli per addetto nel 1951 (a fronte di una media nazionale di 2,92) a 3,64 CV per addetto, nel 1961 (a fronte di una media nazionale di 4,26 ); cioè il processo, di intensificazione capitalistica è stato più ra·pido nelle regioni meridionali. E se in parte questo• risultato trova spiegazione nella trasformazione di i1nprese a carattere semi artigianale, dall'altra esso doveva fin dal •decen·nio 1951-61 essere messo in relazione ad investimenti nei settori di b,ase e per impianti ·a ciclo integrale special111ente nel settore chimico e dei derivati del petrolio. Per quanto riguarda quest'ultimo, si era avuta al livello nazionale u11afortissin1a espansione della capacità produttiva, triplicatasi in dieci anni; ma era anche avvenuta una redistribuzio 1 ne regionale, con notevole aumento della parte-cipazione dell'Italia Nord Orientale e Centrale· (passata dal 44 al 47?/o -della potenza installata) e 1V1eridionale (dal 13 al 1S<y6). Quindi già i risultati del de-cennio 1951-61 avrebbero dovuto consigliare· un'accurata manovra ·degli incentivi delle infrastrutture e degli investimenti delle imprese a partecipazione statale, al fine di favorire la rapida creazione di un consistente numero di posti di lav•o·ro. Anche accettan.do, dunque, il ruolo dell'industria di base ed in particolare ·della chimica e della siderurgia q_uali settori traenti del commercio con l'estero, legati a tecniche ed a livelli di pro•duttività impo 1sti dal mercato internazio·nale, rimaneva da .domandarsi se lo sviluppo dei settori che più co·ntribuivano al miglio•ramento della bilancia commerciale dov-esse avere assoluta preminenza sulle considerazioni relative all'occupazio·ne e se, anche accettando la prima subo·rdinata, l'espansione delle esportazioni dovesse avvenire principalmente a spese del Mezzogiorno, nei confronti del quale la collettività nazionale p11r aveva un debito da pagare, e che invece cominciava a vedersi imporre un~ struttura industriale che avrebbe risolto bensì certi problemi nazionali, ma che allo stesso tempo esasperava i pro·blen1i deìle regioni a Sud del Gariglia-no e del Tro·nto . . Viceversa, la strada seguita fu assai diversa. Già la legge 29 set3 Per questi dati si veda: La potenza utilizzabile installata nelle classi e sottoclassi dell'industria n1anifatturiera nelle circoscrizioni e nelle regioni del Mezzogiorno in Boli. SVIMEZ, n. 4-5, 1965. 36 Bibliotecaginobianco
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