Sandro Petriccione 2. Nel corso, degli anni cinquanta, ·gli interv·enti dello Stato volti - allo sviluppo dell'industria nelle regioni meridionali sono stati piuttosto m-odesti. Si riteneva infatti la necessità di intervenire nel settore delle infrastrutture ed a sostegno della: riforma agraria. In una fase successiva prevalse l'opinione, che si era andata affermando nella maggioranza degli studiosi di economia dello sviluppo e ~i era fatta strada 11ell'opinio,ne pubblica italiana, che soltanto un aumento ·del peso del settore industriale poteva assicurare la continuità del progresso economico del Mezzogiorno. Mentre gli strumenti di cui la politica industriale si poteva servire in modo spe·- cifico nelle regio.ni meridionali si erano andati delineando in maniera abbastanza chiara (gli incentivi finanziari e fiscali; la predisposizio,ne di infrastrutture specifiche; gli investimenti delle aziende a partecipazione statale), restava il pr-o·blema di definire i criteri in base ai quali le· scelte di settore e .di dimensione si sareb·bero dovute • eseguire. Si trattava, in definitiva, di esprimere un .giudizio sulla convenienza di optare per il criterio della massimizzazione della produttività marginale sociale, tenendo conto, nello scegliere un investimento industriale, ·di tutte le alternative cui si do,veva rinunciare, oppure di optare per il criterio della massimizzazione dell'eccedenza di ricavi reinvestibili sui •CO•sti,capace di assicurare una più rapida formazione di capitale. L'individu.azione del -crite·rio co·mporta, come diretta conseguenza, la scelta tra industrie a bassa intensità -di capitale nel primo caso, e ad alta intensità di capitale -nel secondo; cioè una scelta, una volta che le riso,rse da destinarsi al settore industriale siano state fissate, circa l'ammo,ntare di occupazione che si intende· creare. Co,me osserva il professor s.araceno·, « un paese può risolvere i propri problemi - e primo tra di essi l'eliminazione della disoccupazione -- anche procedendo· a ritmi modesti di aumento• del red·dito,. purché sia capace di darsi un o.rdinamento, in virtù ·del quale le fo,rze sociali aderiscono. moralmente al processo di utilizzo di risorse richieste per la soluzione ,di quei p•roblemi » 1 • Aocade tuttavia che si presentino situazioni storiche nelle quali la necessità di u1 n rapido sviluppo e l'impossibilità di far ricorso a fonti esterne di capitale faccia sì che la creazione di un surplus rei~vestibile divega un obiettivo prioritario, rispetto al quale ogni 1 PASQUALE SARACENO, Il Prograrnma quinquennale non è forse ·uno strumento superato?, « Mondo Economico», dicembre 1969. 34 Bibliotecaginobianco
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