Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

I meridionalisti e le Regioni 14. Soprattutto, l'intervento straordinario della Cassa sarà prezioso, nei prossimi anni, di pari passo con lo sviluppo delle strutture regionali, quale apporto conoscitivo e di integrazione tecnica per la programmazione regionale, quale supporto tecnico-organizzativo per le opere regionali, specie se comitni a due o piìL Regioni, quale presupposto ed occasione di coordinamento interregionale per tutta l'area meridionale. Se per questa, invero, permarrà e sarà riaffermata una unità di problematica di fronte all'Italia e di fronte all'Europa, chi meglio della Cassa potrà tenerne co11to sia 11ella programmazione anno per anno, .sia in vista della elaborazione del Piano di Coordi11amento? Del resto, il Piano sarà per la programmazione nazionale uno strumento tanto più necessario in avvenire, quanto più ci sarà la tendenza delle Regioni a far prevalere la discussione separata con Roma per ogni singolo programma regionale e qua11to più farà progressi l'iniziato metodo della discussione, a Bruxelles, dei programmi regionali di ciascuno dei sei Stati con l'apposito organismo comunitario, che ora viene istituito, per la politica regio11ale europea. 15. In sintesi, 110n sembrano fondate né la previsione pessin1istica che le Regioni, accrescendo i particolaris1ni, saranno d~annose per il Mezzogiorno, né il giudizio facilmente ottimistico che la istituzione delle Regioni possa costituire una svolta storica propizia, in tern1ini di nuove occasioni e di effettive possibilità per lo sviluppo del Mezzogiorno. Alcu11i meridionalisti, negli anni del travaglio precostituzionale, dal 1943 al 1946, diffidavano delle Regio11i. Essi dicevano: « il Piemonte sarà la regione della FIAT· e la Ligt1ria quella del porto di Genova; ma la Basilicata sarà la regione dei calanchi e la Calabria dello 'sfasciume geologico pendulo sul mare' ». Una volta sorte le Regioni, per il co11fluire nella Costituzione di filoni di pensiero risorgimentale e di tendenze all'arroccame11to locale, diffidente verso lo Stato, quali vennero alla luce in forze politiche posteriori al Risorgimento, i meridio11alisti, mentre concentravano l'attenzione sulla esperienza moderna e pregnante dell'intervento straordinario e programmato per il Mezzogiorno (per la prima volta un programma decenr1ale fu introdotto 11ella storia d'Italia dalla legge 10 agosto 1950, n. 646) e sL1ll'azione intersettoriale della Cassa per il Mezzogiorno, .contribuivano al progresso democratico cl1iedendo l'attuazione delle Regioni sia per ossequio 31 ,.. Bibliotecaginobianco _ -

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