I meridionalisti e le Regioni Anche perché, si pensi a quanto attuato o si guardi a quanto è da fare, le delimitazioni territoriali delle Regioni talvolta possono essere di impaccio operativo, se non addirittura di ostacolo anacronistico e quindi nefasto. 11. Ricordiamo che i grandi acquedotti vedono fiumi sorgenti o scorrenti in una regione essere utilizzati per dissetare un'altra (così con il Sele, tra Campania e Puglia; così co11 il Biferno, tra Molise e Campania). Lo stesso dicasi per i grandi complessi di utilizzazior1e promiscua delle acque di invaso, che vengono utilizzate per le città come per le campagne, per gli insediamenti turistici come per quelli industriali, come per la trasformazio11e irrigua di estesi territori. Valgano gli esempi notevoli dell'invaso del Pertusillo e di quello sul Sinni, interessanti largamente la Basilicata e la Puglia. Senza riprendere la vexata quaestio delle conce11trazioni per l'industrializzazione, il sorgere delle Regioni potrà utilmente portare al raggruppamento amministrativo ed al coordinamento tecnicofunzionale delle « Aree » e dei « Nuclei » già esistenti, ma non potrà distruggere certi problemi di fondo che si pongono relativamente alle i11frastrutture necessarie ed alla impostazione stessa dell'ubicazione organizzata. L'area di industrializzazione di Taranto, in realtà, per quanta parte è pugliese e per quanta, invece, è della Basilicata? In vista del ridimensionamento critico delle « Aree » e dei « Nuclei », come in vista delle nuove realtà di industrializzazione per « fasce territoriali » lungo certe direttrici cl1e lo svil-uppo stesso rivela ed avvalora, l'intervento straordinario ed intersettoriale si fa più necessario proprio per l'entrata in ft1nzione delle Regioni. Ché ognuna di esse, anche se illuminatamente guidata, non potrà prescindere dai suoi problemi di riequilibrio interno e di compete11za territoriale nei confronti delle Regioni finitime. Verranno fatti i consorzi di più Regiorni, è logico. Ma non subito. E soprattutto non saranno le Regioni del Mezzogiorno, è inutile farsi illusio11i, a porre in essere per prime le forme di istituzionale superamento di ogni particolarismo, malgrado che gli orientamenti generali del 11ostro tempo postulino dovunque la vivificazione partecipazionistica delle « piccole patrie », di pari passo con la problematica dei grandi spazi organizzati. 12. Senza volere riportare il meridionalismo verso certe vecchie impostazioni protestatarie della « questione meridionale », è però ,1ecessario ·che proprio di fronte alla trasformazione regionale del 29 i bi iòtecag i nobianco -
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