Sebastiano Di Giacomo nia e le industrie che ne trasformano i ·prodotti; così nel Metapontino, la zo·na più fertile, si sta già notevolmente svilupp·ando l'industria della conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli;_ così, infine, in una parte del Melfese è diffusa la produzione del vjno. Le altre sono zone di sviluppo industriale, e ne abbiamo già parlato. Per quanto riguarda la Val Basento si può dire che ormai essa è i11 fase di decollo·, co1 sì come, anche se in mino 1 r misuTa, lo si può dire per il nucleo .industriale ,di Potenza. Resta da aggiungere, in particolare per il Lago.negrese e per il Melfese, che si tratta di zone suscettibili di un certo tipo di industrializzazione in un tempo non lungo. Per quanto· riguarda il Lagonegrese, vi è la possibilità di incrementare il settore dell'industria artigianale: la presenza degli stabilimenti tessili a Maratea, a Praia ed a Potenza ren·dono possibili lo sviluppo dell'artigianato nelle zo,ne interne. Può derivarne così uno sviluppo che per certi aspetti ricorderebbe quello verificatosi in alcune zone dell'Italia centrale, relativamente appunto al lavoro artigianale di tipo industriale. Nel Melfese, invece, si potrebbe localizzare una serie di industrie meccaniche complementari; è necessario, però, che la zona sia dichiarata area di sviluppo, in modo che possa avvalersi di alcuni notevoli incentivi dello Stato. Poiché la zona non ha caratteristiche che giustifichino la qualifica di nucleo industriale a sé stante, l'unica soluzio,ne sarebbe quella di estendere il nucleo industriale di Potenza alla zona del Melfese, dalla Valle di Vitalba fino al bacino del R.endina. Dato che la zona di Potenza è quasi satura ed inoltre è ben collegata al Melfese da strade e da ferrovia, sarebbe così possibile valorizzare un'ampia area ed in particolare alcuni centri poco- distanti fra loro, importanti e dinamici, facilmente convertibili ad un processo industriale, come Rionero,. Nello stesso tempo, cadrebbero iniziative di scarsa prosperità economica, come la costruzione della diga di Atella. La Basilicata potrà quindi trovare un ruolo non ambizioso, ma adeguato, nell'ambito ,dell'economia meridionale. I suoi quadri tecnici e politici dovranno impegnarsi per lo sviluppo •della regione, ma occo·rre anche il contributo del Governo•. Se si continua a promuovere. iniziative empiriche, ad avallare p,retese velleitarie (come di recente, la costituzione di nuclei industriali per tutte le zone, dal Materano alla Valle dell'Agri, al Lago.negrese, ecc.), a fare operare enti pubblici in maniera disorganica e improduttiva, difficilmente la Basilicata p·otrà avviarsi sulla via. dello sviluppo. Se la spesa pubblica, per limitarci ad esempi non rilevanti, ma significativi, viene destinata alla Basilicata per alleviare i gravi disagi della disoccupazione (in una quindicina di anni si sono avuti investimenti pubblici per opere infrastrutturali e servizi sociali di circa 248 Bibiiotecaginobianco
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