.. . -La Basilicata, oggi di una econo•mia così detta circolare ed autopropulsiva. Ma si tratta di aziende fa·miliari la cui gestione è mo1 lto precaria. La difficoltà più grave è rappresentata dalla mancanza di capitali di esercizio. Per tale motivo qualche impresa è stata costretta a chiudere. La difficoltà di crediti per la gestione delle imprese è addirittura maggiore della difficoltà di crediti per la costruzio·ne di complessi industriali. Avviene, ad esem,pio, cl1e l'ISVEIMER o,d altri Enti pubblici finanzino attività industriali delle quali po,i si disinteressano, perdando in tal modo tutti i capitali che vi hanno investiti. Un'altra difficoltà è quella dell'assistenza tecnica alle imprese, sia nella fase di avviamento che nella fase di gestione. Il Primo Schema di sviluppo regionale precedeva nel quinquennio 66-70 un investimento di 152 miliardi, destinato a provocare un aumento dei po·sti di lavoro (9.160 nuovi ·posti) in vari settori merceologici. La realtà ha smentito le previsioni, che forse si realizzeranno nel prossimo quinquennio. Secondo notizie recenti, infatti, il C.I.P.E. ha approvato un notevole investimento - 38 miliardi circa - per la costruzione di uno stabilimento 1 della Pire1li nella Val Basento (circa 2.600 dipendenti). Altri investimenti, di misura inferiore, riguardano uno stabilimento della Lebole (circa 500 dipen,denti) e della Chatillon a Potenza. Vanno aggiunte ancora a queste iniziative altre di minore importanza, come un modesto impianto, per la pro.duzio 1 ne di macchine agricole, che si sta costruendo nei pressi di Potenza, ed un più importante impianto di rigenerazione di materiale fissile utilizzato dall'industria nucleare, che verrà costruito dall'ENEL e dalla Cassa per il Mezzo·giorno. Vo·gliamo fornire un ultimo dato sulle forze di lavoro 1 occupate in Basilicata nel settore secondario. Le cifre non si discostano molto da quelle relative al 1965; poco più di 50 mila unità. Di q_ueste, solo1 il 12% circa può considerarsi legato ad un raporto di lavoro stabile, in quanto impegnato in attività manifatturiere o estrattive di qualche consistenza. La percentuale degli addetti all'industria rispetto agli addetti in altri settori varia col variare d•elle forze di lavoro degli altri settori produttivi: il settore dell'agricoltura, ad esempio, è continuamente sco•nvolto dall'e1nigrazione. Co-munque, tale percentuale si aggira attorno al 22%. L'aumento· al 28% previsto dal Primo Schema di svilup,po non si è naturalmente verificato; però potrebbe aver lu-ogo per le ragio,ni accennate, senza che nel settore industriale ci sia l'aumento effettivo· di una. sola unità lavorativa. Conclusioni. - Non è possibile fare un discorso generale unitario, valido cioè per tutta la regione. Che la Basilicata no,n abbia una struttura 245 s:·b.noecaginobianco
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