La Basilicata, oggi Prima, a vendere i terreni erano di solito l'artigiano ed il professionista del paese; ora li vende anche l'emigrato nelle regioni industrializzate dell'Italia settentrionale, il quale, una volta portato a termine il difficile processo di inserin1ento nel mondo dell'industria, rinuncia a tornare nei campi. Ad acquistare i terreni è invece l'emigrato in ·Germania o in .Svizzera, il quale considera precaria la sua condizione di lavoro. ·Ne consegue che solo l'emigrazione interna, con l'inserimento della popolazione agricola in altri settori produttivi stabili, potrà facilitare prima l'abbandono, dei terreni e poi il lo,ro accorpamento,. L'emigrazione verso altri paesi europ,ei, invece, finisce per frenare questa tendenza, malgrado la-fo,rte diminuzione degli addetti all'agricoltura (dai 115 mila nel 1965 si è passati ai 100 mila nel '69, fino agli attuali 85-90 mila). È chiaro che le cose ca-mbierebbero se gli emigranti riuscissero ad integrarsi nei paesi in cui lavorano; ciò cl1e .potrà derivare solta,nto da accordi comunitari che garantiscano• sitabili rapporti di lavoro. Ad ogni modo, prima che il fenomeno dell'accorpamento spontaneo delle imprese agricole possa avere una qualche consistenza, trascorreranno molti anni. Ma, anche a non tenere conto di questo, difficilmente gli addetti all'agricoltura delle zone da trasformare - come la zona del Vulture, tanto per rimanere nell'esempio del progetto) della diga di Atella - assisteranno passivamente alla sommersione di quei terreni sui quali, anche se miseramente, vivo,no. Gli ettari che l'invaso di Atella dovrebbe coprire sono, a quanto risulta, 700, e centinaia le famiglie da allontanare dai fondi. Potranno esplodere delle agitazioni più gravi di quelle avvenute a Senise. Ino,ltre è molto improbabile che la spesa privata per la trasformazione agraria, anche se distribuita nel tempo, venga assunta da quegli addetti agricoli che sono bensì rimasti nei campi, ma che finiranno con l'emigrare, non essendovi redditi sufficienti a far vivere tutti. Va aggiunto che la prospettiva di attendere moltissimi anni per la trasformazione dei fondi, è remota anche per chi è econo-micamente in grado di resistere; e che in ogni modo una prospettiva del genere lascia perplesso, chiunque consideri che la notevole spesa prevista farebbe giungere i contadini ad un reddito annuo di circà un milione di lire, ossia a un reddito ancora inferiore a quello dell'operaio. L'industria. - Dal 1967 fino all'inizio del '70 non si sono avuti inter- · ven1 ti che- abbiano contribuito allo sviluppo industriale della Basilicata; solo oggi si ha notizia di qualche nuovo intervento. Negli anni precedenti invece si erano avuti investimenti p·er imprese industriali che hanno raggiunto la cifra di 162 miliardi circa. Gli effetti sono stati ab241 ·Bibiiotecag inobianco
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