La Basilicata, oggi do·vt1ti irrigare entro il 1970. Ne sono stati irrigati invece circa 20 mila, la cui trasformazione è solo in parte realizzata (là dove sono stati costruiti gli invasi non esistono ancora gli impianti di canalizzazione), malgrado una spesa di 65 miliardi. Sulla utilità di interessare una così ampia parte del territorio lucano all'irrigazione, sono, state avanzate numerose riserve, legate alle grosse difficoltà di o,rdine tecnico- ed economico per condurre a termine un tale pro 1 gramma. Non sembra però che i rilievi mossi agli esperti della politica agraria lucana abbiano influito. sul nuovo e pii1 particolareggiato programma da essi elabo·rato. In un recente studio sullo sviluppo dell'irrigaz~one in Basilicata, studio che per giunta costituisce una preparazione al 2° Schema di Sviluppo regio,nale, viene presentato un pro.getto ancora più ottimistico del precedente. La superficie irrigabile indicata raggiunge addirittura i 165 n1ila ettari (che al netto di tare si riducono a 128 mila), cioè al 17% della superficie totale della regione. Poiché solo 1'8% del territorio lucano è pianeggia11te, si desume che si intende irrigare anche una cospicua parte dei terreni collinari. La spesa pubblica prevista per le sole opere da realizzare nei prossimi dieci anni è di poco inferiore a 200 miliardi. Ad essa si aggiunge la spesa privata per la trasformazione agraria dei comprensori irrigui, che a-mmonta ad altri 240 miliardi circa. Una metà della spesa privata dovrebbe venire corrisposta dallo Stato, sotto forma di mutui e di contributi a fondo perduto; l'altra metà dovrebbe ricadere a carico dei proprietari e dei coltivatori dei terreni interessati . . Un'ulteriore e non indiffere11te spesa da considerarsi è quella relativa agli indennizzi per esproprio, al,le particolari indennità per forzata cessazione di attività e all'impiego in altri settori produttivi dei coltivatori occupati nei terreni che verranno coperti dalle opere progettate. Un calcolo approssimativo farebbe così aggirare la spesa complessiva sui 500 miliardi. Considerato· che la popolazione agricola interessata ammonterebbe a 50 mila unità, l'investimento pro capite verrebbe a superare i 10 milio,ni, cifra quasi vicina all'investimento per t1nità di lavoro che si risco,ntra nell'industria. Ora, vi è innanzi tutto da chiedersi se i miliardi che si intendo,no spendere per l'irrigazione potrann·o mai essere recuperati dalla pro,duttività e dall'aumento di reddito che avranno luogo nelle aree irrigue. Il conto va fatto non già guardando alla attuale situazione econo·mica delle aree interessate, bensì agli effetti economici che gli stessi investime·nti produrrebbero qualora venissero effettuati nelle aree che si giudicano idonee alla coltura intensiva in base ai criteri fissati dal Piano Mansholt. In questo, caso si giungerebbe a concludere che le convenienze econo·miche 239 ·Bibliotecaginobianco
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