Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Dieci anni fa, Tambroni che vero, come rilevaro110 Nenni, Saragat e Reale, che la rivolta era maturata nel clima repressivo e autoritario instaurato da Tambroni e dai suoi alleati 9 • In sede parlamentare Tambroni si difese con accanimento, ma fu messo in stato di accusa da tutti i partiti (esclusi, ovviamente, i missini). La stessa DC trovò la forza per superare la motivazio,ne dello « stato di necessità », che aveva fatto accettare come ineluttabile quel Ministero, e per sconfessare colui che per tre mesi l'aveva presieduto 10 • 11 19 luglio il paese esce quasi da t1no stato di in·cubo. Si /dirada la cappa di terrore. Tambroni rassegna le dimissioni. Finisce il periodo più avventuroso e drammatico della storia italiana dopo la fine della guerra. Quando si reca al Quirinale, Tambroni nasconde gli occhi dietro un paio· di occl1iali scuri. Gli servono per conservare l'espressione dura del volto, p·er mantenere ancora un atteggiamento sprezzante. ERMANNO CORSI a punto un servizio di protezione, formalmente diretto a salvaguardare la sicurezza di tutte le personalità politiche di un certo rango. Prime fra queste sono tutti gli ex presidenti del Consiglio e i maggiori esponenti della DC, i quali d'altra parte si lamentano che il servizio di protezione si è trasformato a poco a poco in un servizio di pedinamento e di informazioni, come è fatale che succeda in queste iniziative di zelo. È corsa anche la voce che Moro abbia preso contatti con il comando generale dei carabinieri, per il caso che si debbano fronteggiare eventuali eccessi dei protettori governativi. Non sarà vero, ma è comunque certo che una rete non del tutto invisibile è tesa attorno ai dirigenti della politica italiana, ed essa è causa di fastidio, oltre cl1e di non so quante giustificate p•reoccupazioni. Anche Granchi è da qualche settimana sottoposto a vigilan~a speciale, ad esclusivo scopo di protezione, naturalmente». 9 La tesi di Norman Kogan (op. cit.) è questa: « 1,utti gli sforzi compiuti in seguito per attribuire i disordini di Genova al PCI appaiono ingiustificati. Infatti, all'inizio i comunisti furono colti di sorpresa; alcuni di essi pensavano che un governb di estrema destra e filomissino a lungo andare sarebbe stato il p1 iù adatto a favorire la causa comunista ». 10 Aldo Moro (cfr. NoRMAN KOGAN, op. cit.) poteva ora utilizzare la crisi per dimostrare ad una allarmata gerarchia ecclesiastica -e ad un preoccupato mondo degli affari non solo· che la DC non poteva rischiare di essere identificata con il fascismo, ma che l'Italia non aveva altra alternativa che quella di spostarsi a sinistra. 235 ·Bibliotecaginobianco

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