Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Ermanno Corsi per cavarne tutti gli strume-nti cl1e possono verzire inzpiegati al servizio della forza ». La polizia carica duramente i braccianti di San Ferdinando di Puglia; lascia a terra un morto e molti feriti a Licata; a Porta San Paolo, a Roma, squadroni a cavallo· disperdono i dimostranti provocando centinaia di feriti, fra cui 11umerosi parlamentari di sinistra (ttna compagnia di carabinieri a cavallo è comandata dal capitano Raimondo d'Inzeo ); cinque dimostranti vengono colpiti a morte a Reggio Emilia; due morti e centodieci feriti a Palermo; un morto a Catania e centinaia di feriti nel corso 1 di sco·ntri a Torino, Parma, Carpi di Mo,dena. « Corsero voci gravissi1ne (V. Gorresio, op. cit.); che in quei giorni eminenti personalità democristiane, a cominciare dallo stesso Moro, segretario del partito, e da qualche n1inistro, non dormivano più la notte nel loro letto, facendosi ospitare da qualche a,nico e cambiando di amico ogni notte, o addirittura entrando in converito, proprio come si faceva ai tempi dei tedeschi e dei repubblicani. Si parlava di progetti d'una giunta di salute pubblica o d'itn. direttorio che Ta,nbroni avrebbe dovuto presiedere, e Nerzni il 12 liLglio propose alla Camera che Tambron,i venisse posto in stato d'accusa davanti alla Corte Costituzionale». Interessanti, a questo proposito, sono anche gli elementi che fornisce Norman Ko,gan (op. cit.): « Sotto gli ordini di Tambroni, la polizia aveva controllato i disordini con. il metodo forte; come ex ministro degli · Interni, Tambroni era infatti propenso a vedere nei manganelli della polizia la soluzione dei suoi problemi. Sentendosi oggetto di complotti, ai quali egli pensava partecipassero parecchi dei siloi colleghi democristiani, Tambroni parve pronto a itsare contro i suoi amici di partito i dossiers che era riuscito ad accumulare negli anni trascorsi al Ministero degli Interni. Egli aveva fatto anche controllare i telefoni e la posta di alcuni membri del suo stesso Governo; tuttavia, quando fu sfidato a produrre le prove del complotto, Tan1broni per qualche ragione rinunciò »8 • I tragici fatti di luglio segnarono una svolta decisiva. È vero che l'apparato comunista era scattato cori tutta la sua efficienza, ma è an8 Sulla rete di controlli e di « misure precauzionali» disposte da Tambroni, Vittorio Gorresio racconta: « Pare che abbia impiantato un archivio speciale, fuori · dello stesso Viminale per sottrarlo alla competenza del ministro dell'Interno, che è S1pataro. L'archivio speciale e segreto è composto di fascicoli definiti riservati, intestati a ciascuno degli uomini politici in vista, a comnciare dai democristiani. 'Q-uelli che mi vogliono morto, li conosco uno per uno ' avrebbe detto Tambroni in un momentq d'ira minacciosa ' e al momento opportuno li metto a posto tutti '. Forse parlava mosso dall'ira più che con l'intenzione di minacciare davvero, ma la paura si diffonde ugualmente. L'accresce, d'altra parte, la voce che Tambroni abbia a suoi stretti collaboratori, anzi i più stretti che gli si conoscano, il tenente generale comandante del corpo delle guardie di PS Cesare Sabatino Galli, e il questore di Roma dottor Carmelo Marzano. Col loro aiuto, dice Trionfera, Tambroni ha messo 234 Bibiiotecaginobianco

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