.t.;rmanno Corsi porre pro,blemi di coscienza al partito· dei cattolici 6 • « Fanfani,· come scrisse Vittorio Gorresio, si rese conto che avrebbe potuto costituire solo, come appariva dalle circostanze, un governo . così così (ad onta dei documenti ufficiali della DC), moderatissimo, affatto centrista, fo11dato sull'ap·poggio dei soliti partiti del centro de1nocratico e di altri alcuni pochi deputati del gruppo misto, da andare a raccogliere uno per uno tra quelli sciolti da permanenti vincoli di disciplina di partito, ma permanentemente disposti a vincolarsi al migliore offerente. Fanfani fiutò il vento e restituì il mandato a Gronclzi ». Fu un gesto clamoroso che però non colse di sorpresa i piì1 attenti osservatori politici. « Ho constatato, si limitò a dire Fanfani, che alla vigilia dell'inizio della n1ia delicata azione politica, alcitni parlamentari hanno sollevato un problema di coscienza ». Si era reso conto perfettamente che l'unanimità della Direzione sul documento che autorizzava il negoziato per il Centrosinistra era da considerarsi un falso unanimismo, che tale unità non bastava a vincere le pesanti resistenze dei gruppi conservatori ed a contrastare l'offensiva paralizza11te delle autorità vaticane. Fanfani esce di scena dopo aver alimentato per otto giorni le speranze degli ambie11ti democratici. Dopo la sua rinuncia, il presidente Granchi crede di avere un motivo di più per puntare sul suo uomo di maggior fiducia, per affermare la « necessità » di Tambroni. Così, rifacendosi ad u11 precedente caso di Zoli (giugno '57), ma seguendo in sostanza « un criterio mai sperimentato prima, costituzionalmente inedito» (Vittorio Gorresio, op. cit.) il presidente della Repubblica rite11ne legittimo rinviare Tambroni al Senato, visto che già aveva ottenuto la fiducia della Camera, sia pure di stretta mist1ra. 6 L'intromissione della gerarchia ecclesiastica - scrive Nor1nan Kogan, op. cit. - era avvenuta dietro le quinte, ma non era certo sfuggita agli osservatori politici e giornalistici. Per giustificare l'interferenza della Chiesa « L'Osservatore romano » pubblicò un editoriale non firmato (generalmente attribuito al cardinale Ottaviani o al cardinale Siri) intitolato Princìpi basilari. L'articolo sosteneva il diritto della Chiesa di impartire direttive politiche asserendo che « il cattolico non può 1nai trascurare l'insegnamento e le istruzioni della Chiesa. In ogni occasione della sua vita egli deve basare la sua condotta privata e pubblica sulle direttive e le istruzioni della gerarchia». L'editoriale continuava proclamando la collaborazione con i socialisti contraria ai princìpi della dottrina cattolica e aggiungeva incoerentemente che « la collaborazione con coloro che non ammettono princìpi religiosi può anche verificarsi. In tal caso, la decisione sulla legittimità morale di tale collaborazione deve essere lasciata alla autorità ecclesiastica, e non alla scelta del singolo cattolico ». Questa, in realtà. era l'aperta affermazione del diritto di imporre la scelta delle alleanze politiche ai cattolici laici. Era altrettanto ovvio che ciò implicava che la collaborazione con i fascisti era moralmente accettabile, e che quella con i socialisti non lo era. I fascisti proclamavano infatti di essere dei buoni cattolici, gli eredi del partito che aveva portato alla riconciliazione tra la Chiesa e lo Stato italiano. 228 Bibiiotecaginobiànco
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