Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

.. Dieci anni fa, Tambroni Fanfani cerca di completare quella tessitura che era stata iniziata con Segni, ma che era stata abbandonata prima della conclusione. Il suo obiettivo è, dunque, un governo di Centrosinistra con l'astensione dei socialisti (cauta sperimentazione). Non si può, obiettivamente, chiedere di più. È vero che Reale e Saragat fanno dichiarazio,ni distensive, che cercano di spianare, per parte loro, la strada al Presidente-incaricato, e che Nenni offre l'astensione del PSI patteggiandola con un·a co1 ntropartita (nazionalizzazione delle fonti di energia elettrica a cominciare da quelle nucleari, Regioni, scuola) che la DC potrebbe accettare senza drammi; ma è proprio dall'interno· della DC che vengono· le difficoltà. Nel partito cattolico no,n c'è un indirizzo unitario. La segreteria politica (Moro) è favorevole al Centrosinistra. Sono contrari, irriducibilmente, i bonomiani, la corrente andreottiana di « Primavera», gli scelbiani, Gui (capogruppo alla ·Camera) con molti dorotei, il Gruppo parlamentare del Senato con Piccioni in testa. Pur tuttavia, la sensazione generale è che l'esperimento di Centrosinistra si tenterà seriamente. Il governo che non volle fare Segni e che avrebbe potuto fare Tambroni sarà, probabilmente, fatto da Fanfani: si torna al p·adre. Niente di più giusto. L'ottimismo sulla riuscita di Fanfani è rafforzato, il 20 aprile, da una scelta molto importante della Direzione democristiana, che dà mandato a Fanfani di costituire un governo di Centrosinistra. Si autorizza il presidente-incaricato· « a definire, di intesa con i partiti socialdemocratico e repubblicano, una autonoma base programmatica e politica per formare un governo di co1 alizione la cui· maggioranza precostituita sia fo1 rmata dai parlamentari dei partiti stessi e da parlamentari indipendenti ». Questa risoluzione è approvata all'unanimità. Si astengono dal voto i centristi e gli andreottiani. Formalmente il quadro politico è favorevole a Fanfani, teorico da molti anni, insieme a Moro, dell'allargamento dell'area democratica e del dialogo coi socialisti. Nella sostanza le cose erano assai diverse. C'era da fare i conti con molti elementi negativi e Fanfani se ne accorse quan•do passò alla fase di approfondimento dei documenti votati dal suo partito. Li lesse con disincanto, li rapportò alle prese di posizioni di alcuni notabili e influenti dirigen~i democristiani, non trovò in essi alcuna coerenza tra la teoria e la pratica politica. Inoltre bisognava fare i conti con la po1 sizione assunta dal presidente della Repubblica Granchi, che da più segni aveva dimostrato di non volersi tenere in disparte, ma· di vo,ler gestire monocraticamente la crisi. Infine, alle pressioni della destra economica, interna ed esterna alla DC, bisog.riava aggiungere l'azione disgregatrice ed allarmistica condotta dalle alte sfere ecclesiastiche, che non rinunciavano ad inserirsi negli affari interni italiani ed a 227 ·Bibliotecaginobianco

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