Ermanno Corsi all'Industria Biaggi. Protestano per i voti determinanti del MSI. Subito dopo rassegna le dimissioni il fanfaniano Giorgio Bo,. Altri otto ministri (Sullo della Base, Colombo, Rumor e Zaccagnini dell'ala dorotea della disciolta « Iniziativa democratica », :Martinelli di « Centrismo popolare », Angelini e Gonella « gro·nchiani », e Segni) sono decisi a fare lo stesso se il Gabinetto non si dimetterà in blocco. ·C'è terremoto nelle sfere direttive del partito, rielle corre11ti e nei gruppi parlamentari. C'è una convulsa successione di riunioni e di incontri. Tambroni è nervoso. Il suo, Ministero· frana, ma ltti continua ancora a sostenere che « il governo non è tenuto a compiere discriminazioni politiche di sorta ». L'l 1 aprile la Direzione dc invita Tambroni a dimettersi e a non presentarsi al Senato. La crisi aperta dalle dimissioni del Gabinetto Segni ed esasperata dal tentativo di soluzione autoritaria di Tambroni, giunge al cinquantesimo giorno. Tra il 12 e il 14 aprile il presidente della Repubblica Granchi apre un giro di consultazioni rapidissime, condotte con ritmo accelerato. Si ha netta la sensazione che l'affidamento del mandato per il nuo·vo, governo• è da lui già deciso· prima di avviare le consultazioni, che dal Quirinale non si rinuncia a manovrare la crisi ed i suoi protagonisti. Una situazione politica così delicata e drammatica richiederebbe esplorazioni presidenziali approfondite, una ricerca attenta delle cause, per evitare al paese dure esp·erienze. Ma a Gronchi bastano 48 ore per incontrare i dirigenti dei partiti, per farsi un quadro delle possibili vie di uscita. Il mandato per formare il nuovo governo viene affidato a Fanfani. Il parlamentare aretino si muove in una situazione pesante, ma il suo ritorno (dopo un periodo di volontario isolamento) apre gli animi alla speranza. E il suo nome, a Gro1 nchi, viene suggerito da socialdemocratici, repubblicani e socialisti (liberali e demoitaliani fanno quello di Gonella). È un fatto positivo. La drammatica esperienza di Tambroni ha forse avviato un principio di unità d'azione tra i partiti della sinistra, ha forse convinto il PSI che sia necessario fare azione comune con il PSDI ed il PRI. Si dà per scontato che Fanfani, coerentemente con il suo discorso al congresso di Firenze ed il suo più recente passato di uomo di governo (fra il giugno, ed il luglio del 1958 era pur riuscito a varare un Ministero fondato sulla collaborazione tra DC e PSDI), si orienterà verso un governo politico, verso chiare scelte programmatiche. È un momento di grandi asp-ettative. nione è soprattutto sfiduciata per il permanere, al livello della classe politica dirigente, di una tendenza a venir meno, con troppa facilità, alla virtù della coerenza. Personalmente sono sensibile al problema: di qui la mia decisione». 226 Bibiiotecag inobianco
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