Diect anni fa, Tambroni caduta del fascismo, trenta giorni dopo le dimissioni del Gabinetto Segni. Nessuna crisi ministeriale era durata tanto. Tuttavia ad un governo (Segni) che esprimeva uno stato di necessità, ne subentra un secondo che conferma l'impossibilità di superare quello stato di necessità. Dopo aver presentato la lista dei ministri, Tambroni dichiara ai giornalisti: « Prevedo che mi farete domande alle quali non posso risp·ondere. Desidero ripetere soltanto che il governo deve essere giudicato non per prevenzioni o per valutazioni precostituite, ma per quanto esso dichiarerà pubblican1ente e resp·orisabilmente nel nzomento in cui si presenterà al Parlamento ». Il p~ogramma viene esposto alla Camera il 4 aprile. « Non. chiedo un voto positivo, dice Tambro,ni. Chiedo un voto di attesa, che d'altronde servirà ancl1e ai partiti politici per le loro riflessioni ». Afferma di non essere insensibile alla « opportunità di un chiarimento politico » e di avere formato questo governo perché ci sono altre esigenze che « reclamano la funzionalità del potere esecutivo ». Ma svolge un tipo di polemica contro i partiti (si vanta di non averli consultati) e contro il Parlamento ( « la realtà della pubblica opinione è molto diversa da quella che qui appare »; « fuori del Parlamento le opinioni sono diverse »; « dobbiamo cancellare il distacco fra Paese attivo e Paese rapprese11.- tato »; « fuori di quest'aula il sovrano giu.dice resta il popolo ») che tradiscono apertamente la sua vocazione a sovrapporsi al Parlamento ed alla volontà politica dei gruppi che vi sono rappresentati. L'affermazione che nel suo governo il momento amministrativo è preminente su quello Antonio Segni; Interni, Giuseppe Spataro; Grazia e Giustizia, Guido Gonella; Finanze, Giuseppe Trabucchi; Tesoro, Paolo Emilio Taviani; Difesa, Giulio Andreotti; Pubblica Istruzione, Giuseppe Medici; Lavori Pubblici, Giuseppe Togni; Agricoltura e Foreste, Mariano Rumor; Trasporti, Fiorentino Sullo; Poste e Telecomunicaziortl, Antonio Maxia; Industria e Commercio Emilio Colombo; Lavoro e Previdenza so- • ciale, Benigno Zaccagnini; Commercio estero, Mario Martinelli; Marina Mercantile, Angelo Raffaele Jervolino; Partecipazioni statali, Mario Ferrari Aggradi; Igiene e Sanità, Camillo Giardina; Turismo e Spettacolo, Umberto Tupin.i. I trentotto Sottosegretari del Ministero Tambroni furono: Presidenza del Consiglio, Gustavo De Meo (per le Informazioni), Folchi (per la Stampa), Renato Tozzi Condivi (Riforma Pubblica Amministrazione); Esteri, Carlo Russo e Ferdinando Storchi (Emigrazione); Interni, Luigi Scalfaro e Guido Bisori; Grazia e Giustizia, Lorenzo Spallino; Bilancio, Angelo De Luca; Finanze, Michele Troisi e Giacomo Piola; Tesoro, Lorenzo Natali, Guglielmo Schiratti, Alfonso De Giovine e Alfonso Tesauro; Difesa, Giovanni Bovetti, Enrico Roselli e Alfredo Amatucci; Pubblica Istruzione, Maria Badaloni e Angelo di Rocco; Lavori Pubblici, Crescenzo Mazza e Tommaso. Spasari; Agricoltura, Giuseppe Salari e Giacomo Sedati; Trasporti, Salvatore Fod~ raro e Calogero Volpe; Poste e Telecomunicazioni, Augusto Fanelli e Ren10 Gaspari; Industria e Commercio, Filippo Micheli e Nullo Biaggi; Lavoro e Previdenza sociale, Salvatore Mannironi e Cristoforo Pezzini; Commercio estero, Antonio Pecoraro; Marina Mercantile, Francesco Turnaturi; Partecipazioni Statali, Giuseppe Garlato; Sanità, Angela Gotelli; Turisn10 e Spettacolo, Domenico Magrì e Gabriele Semeraro. 223 ·Bibliotecaginobianco -
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