Dieci anni fa, Tambroni Il negoziato si apre in una atmosfera di sospetto. Cosa significa « governo di larga apertura democratica», come propone la DC, quando non se ne precisano i confini? Potrebbe significare molte cose insieme, dicono i partiti della sinistra democratica. Potrebbe significare rilancio del quadripartito degasperiano (il centrismo classico DC, PSDI, PLI, PRI) oppure intese a destra (PDI) o a sinistra (PSI). L'unica delimitazione sicura riguarda il MSI, cl1e scatena una campagna allarmistica sui pericoli inco·mbenti sulla Nazione, e il PCI, che solleva a gran voce la « nuova • maggioranza ». Ad avvelenare l'atmosfera intervengono le concessioni programmatiche e le posizioni più duttili dei liberali, che temono di essere emarginati, no1 nché un discorso « a sorpresa » del presidente del Senato Merzagora, che denunzia « la corruzione del costume politico » con accenti apocalittici (la destra esulta e paragona Merzagora a Orlando e Sonnino). « A numerosi commentatori politici - scrive Norman Kogan in L'Italia del dopoguerra - l'azione di Merzagora senzbrò tendere verso la distruzione del sistema politico-parlamentare ed alla sua sostituzione con un regime presidenziale, simile a qi,ello francese ». Interviene l'autorità religiosa ad aprire un nuovo conflitto di coscienza per i cattolici: il gesuita padre Salvatore Lener scrive su « Civiltà cattolica» che l'apertura a sinistra si presenta per la DC, politicamente, co1ne una flagrante contraddizione e, moralmente, come un vero e proprio tradimento. I notabili democristiani tornano a farsi aggressivi. Pella, su un settimanale milanese, sostiene che il progresso non passa dall'apertura a sinistra. Nella DC si forma un fronte di Centrodestra - espressione degli interessi della Confindustria - deciso a impedire la svolta che la segreteria del partito (Moro) si dispone a compiere sapendo di contare sull'appoggio dei dorotei e delle componenti di sinistra (fanfaniani, sindacalisti, Base). Alla Camera, contro circa 200 deputati (dorotei e Sinistra) favorevoli all'apertt1ra, una settantina vi si oppone. Al Senato, gli oppositori sono maggioranza. In questa congiuntura politica Emilio Colombo si distingue sostenendo che « si devono evitare le mezze aperture verso il PSI, le intese inespresse, gli accordi sottobarico e che occorre affrontare un confronto diretto delle posizioni della DC e del PSI per giungere ad accordi responsabili e chiaramente delimitati che evitino di impostare una politica di Centrosinistra su riserve mentali dall'una e dall'altra parte ». Colombo chiede un maggior impegno politico da parte sia della DC che del PSI. Il 18 marzo, vigilia di San Giuseppe, si riunisco.no alla Camilluccia le delegazio~i della DC (Segni, Moro, Piccioni, Gui) del PSDI (Saragat, Lami Starnuti) e del PRI (Reale, Macrelli). Molta cordialità formale, 219 ·sibiiotecag inobianco
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