Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Dieci anni fa, Tambroni Sovietica « a stringere mani di massacratori ». Gli ambienti di sinistra reagirono accusando Siri e Ottaviani di voler sabotare la distensione, di pronunciare parole « maccartiste », di fare affermazioni di fanatismo e di odio ideologico tipiche dei cardinali americani. Socialisti e repubblicani respinsero con fermezza l'intervento 1 vaticano - e le co·ntemporanee « predicazioni » di Gedda - rivendicando il principio risorgimentale della libera Chiesa in libero Stato. Si è costretti spesso a ricordare quali sono i limiti invalicabili assegnati a ciascuno (Stato da una parte e Chiesa dall'altra) nella pro,pria sfera di azione. In~ltre, nella DC, le differenziazioni ideologiche assumono spesso il carattere di rissa. La Segreteria nazionale (Moro) è costretta, nel partito, a mediazioni faticose e, per quanto rigLtarda il governo, ad avallare situazioni amministrative e ricorrenti « stati di necessità ». Quasi tutti i governi costituiti negli ultimi cinque anni sono governi << amministrativi », imposti da uno « stato di necessità ». Non sfuggì a questa qualificazione, ovviamente, il Gabinetto Segni, varato· il 15 febbraio· 1959, ventesimo dal dopoguerra. Doveva essere un governo capace di « fare buone leggi e buona amministrazione ». Gli indirizzi politici venivano accantonati. Questo proposito procurò st1bito, a Segni, l'appoggio delle destre (MSI, PLI, PDI). Tuttavia, se Segni poteva sentirsi appagato - tanto più che in quel periodo la produzione industriale aumentava del 9 per cento - altrettanto non poteva esserlo Mo,ro, il quale non esitò ad affermare che, accettato il governo Segni come imposto da uno «stato di necessità», la grande prospettiva del suo partito restava l'incontro col PSI. Fanfaniani e Base (Sullo) chiesero che la situazione politica uscisse dall'equivoco, che si facessero scelte coraggiose. Naturalmente non alla « maniera siciliana ». Il 1960 doveva essere l'anno dell'avanzamento del dialogo tra cattolici e socialisti. Si cominciò - qualche mese prima - dalla Regione Siciliana, ma anziché un governo DC-PSI, venne fuori il « pasticciaccio » di Milazzo, seguito dal Centrodestra di Majorana della Nicchiara. Moro e Nenni restano, comunque, i grandi protagonisti di questi anni, decisi a trasferire l'incontro tra cattolici e socialisti dal piano teorico e filosofico a quello· della pratica governativa, con una diretta assunzione di respo,nsabilità da parte del PSI. È questa la prospettiva che può sottrarre l'azione politica all'empirismo ed alla episodicità per avviare un programma di riforme ·di largo respiro. I due leaders non hanno, però, situazio.ni facili nei rispettivi partiti. Moro non respinge, a priori, gli schemi degasp-eriani, ma ritiene che alla yocazio·ne popolare della DC ben si adatti la diversità (Centrosinistra) nella continuità (sicurezza democratica). L'incontro coi socialisti è inteso, da lui, contemporaneamente 215 ·Bibliotecaginobianco -

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