Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Ermanno Corsi narsi nell'esercizio della professione. Nel 1943 forma i primi nuclei clandestini della DC nelle Marche. Dopo la Liberazione diventa il primo seg~etario regionale della DC e direttore del « Cittadino», organo del partito nelle Marche. Nel '46 è eletto alla Costituente e viene poi rieletto nelle tre consultazioni successive ('48, '53, '58). De Gasperj gli dà modo di fare le prime esperienze di governo· prendendolo con sé co·me sottosegretario alla Marina Mercantile e poi alla Giustizia. Comincia la sua carriera di ministro: alla Marina Mercantile con Pella, Fanfani e Scelba; agli Interni con Segni nel '55 e poi con Zoli e Fanfani. Quindi alle Finanze con Segni. Si arriva alle soglie del 1960, l'anno· del suo avvento alla Presidenza del Consiglio in circostanze dram111:atiche, l'anno del suo tragico declino politico. Al governo, prima co,me sottosegretario e poi come ministro, è apprezzato per il suo attivismo, per la sua capacità di organizzare e di controllare l'apparato ministeriale. Nel partito è uno dei più impegnati - accusato· addirittura di filocomunismo per certi suoi atteggiamenti distensivi - tra quelli che considerano• decisa1nente superate le esperienze degasperiane e mirano ad equilibri più avanzati. Al congresso di Firenze (appartiene alla corrente fanfaniana) viene prescelto per illustrare le tesi politiche, economiche e produttivistiche della sinistra del partito. · La lunga crisi di governo dell'estate 1960, che Tambroni no-n risolse ma portò alle conseguenze più drammatiche, ebbe le sue prime avvisaglie verso la fine del 1959.. Scaturì, in sostanza, dalle ·difficoltà che incontravano DC e partiti della sinistra democratica (PSDI, PRI, PSI) ad avviare l'auspicata colla.borazio·ne governativa. La Democrazia Cristiana era obblig.ata a ricercare questa intesa dalle deliberazioni congressuali (Firenze, ottobre 1959) e •dai documenti dei suoi organi direttivi. Ma, al di là dei documenti ufficiali, le opposizioni interne alla « svolta democratica » erano fortissime, alimentate dal sostegno che il Vaticano non mancava di dare alle tesi conservatrici. L'ingerenza delle alte gerarchie ecclesiastiche nelle vicende italiane è una costante di quegli anni, accettata dai cattolici quasi co-me un dovere. Per avere un'idea del tipo di polemica politica che questa ingerenza vaticana sviluppava, basti ricordare che quando venne annunciato, verso la metà di gennaio, un viaggio in Russia di Gronchi (fatto che rientrava nell'ordinaria a1nministrazione di un Capo di Stato e che quindi non avéva alcun significato di apertura verso il mondo orientale) i cardinali Siri e Ottaviani (il primo- presidente della Commissione dei Vescovi preposti all'Azione Cattolica e il secondo prosegretario del Sant'Uffizio) sconsigliarono il viag·gio, affermando che Gronchi sarebbe andato nell'Unione 214 Bibiiotecag inobianco

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