Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Antonino de Arcangelis riodo che va dal quarto· al sesto mese di vita, oltre a partecipare in maniera vistosa alla mortalità nazionale con1plessiva, presenta anche il -quoziente assoluto di mortalità in rapporto a mille nati (9,6) più elevato d'Italia, quoziente che risulta - ad ulteriore conferma -della discriminazione nutritiva esistente in Italia, fra Nord e Sud - sempre inferiore al 3 per mille a nord del Garigliano (co·n il valore minimo di 1,7 in Emilia-Ra.magna e nel Veneto) ·e sempre superiore al 3 per mille a sud dello stesso fiume; mo•lto spesso, più che doppio, come accade nel Molise (7,5), in Puglia (7,4), in Basilicata (8,3) (il che dimostra co·me ~nche in Basilicata il problema della mortalità infantile non dipende soprattutto dalle cause ostetriche, 1na anche, vistosamente, da quelle nutritive) e in Calabria (6,6). La p-unta massima è comunque in Campania (9,6): un valore triplo rispetto· a quello di qualsiasi region-e del Centro-Nord. Il fatto poi che la Campania presenti quozienti di mortalità, non solo nel primo anno di vita ma fino a tutto il quinto· anno - ossia nel perio-do che rientra n·ell'assistenza ONMI - costantemente più elevati rispetto· alle regio,ni del ·Centro-Nord (fatta eccezione per alcune punte riscontrate in Val d'Aosta, delle quali non siamo in condizioni di identificare le cause, ma che pro,babilmente risentono del fattore climatico) conferma e sottolinea la responsabilità· dell'Ente a danno di questa regione, responsabilità 110n certo attenuata dagli errori commessi in sede di valutazioni statistiche. Sarà il caso di rico·rdare qui che la regione campana dispo·neva nel 1966 di una istituzione ONMI ogni 208 nati vivi, mentre la media nazionale era di una istituzione ogni 106 nati vivi; ciò perché la ripartizione favorisce nettamente le regio·ni settentrionali, che pure lamentano livelli di mortalità infantile fra i meno elevati d'Italia (Veneto, Friuli, Umbria, Lo,mbardia, ecc.). Sotto questo pro,filo non sappiamo come i respo·nsabili dell'ONMI possano, affermare ~ a proposito dei « programn1i speciali » per le regioni in crisi - che « i normali organi di intervento dell'ONMI no·n sono in grado, da soli, anche se potenziati e diffusi al massimo (sic!) di provocare rapide e concrete modificazion.i in qtlesto settore »; e come possano, nella progettazione di un programma idoneo (aumento dei consultori, segnalazione tempestiva dei casi di gravidanza, collaborazione con 1e Mutue e co·n gli Ospedali, ricovero delle gestanti), continuare a trascurare - anche nelle previsioni di bilancio - talu·ni problemi, come ad esempio quello nutritivo dei figli di madri in agalattia, sp·ecie ~se privi di copertura mutualistica; bambini per i quali risµlterebbe anche indispensabile una somministrazione preventiva calcio-vitaminica· che 196 Bibiiotecaginobia·nco

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