Ugo Leone È di questi « correttivi » e « modificazioni » che forse si è abusato e si abusa in misura crescente via via che il progresso tecnico fornisce mezzi sempre più perfezionati per metterli in atto. A.I punto che il condizionamento di cui abbiamo detto diventa sen1pre meno· sensibile, tanto che l'uo-mo potrà ad un certo punto « sottomettere » la natura sino a creare uno· stato di dipendenza del tutto 1 opposto e irreversibile. E a queste azioni dell'uomo sulla natt1ra bisogna aggiungere le conseguenze sull'uomo stesso, sulla sua fisiologia e sul suo, co1npo,rtamento, dell'ambiente che egli crea. Il clima dei grossi agglomerati industriali è certo 1 ben diverso da quello· delle campagne. I rumori, l'aria e l'acqua inquinate, le tensio-ni della vita quotidiana etc., co·ntribuisco·no a formare una « patolo,gia » particolare degli abitanti dei grandi centri. Nell'analizzare le relazioni tra l'uom.o• e l'ambiente è, dunque, indispensabile studiare il ruolo estremamente importante e complesso, che gioc,a l'ambiente « creato » dalle società, nei co,nfro,nti delle società stesse e degli individui che le co,mpo·ngo·no. Co,me abbiamo detto·, questo dell'affrancamento dalle servitù imposte dalle condizioni naturali è sempre stato uno dei più importanti obiettivi dell'uo;mo-. Tuttavia è bene sottolineare subito che tale affrancamento non si può ottenere senza tener conto delle leggi naturali che impongo,no alcuni inalterabili equilibri; e, ancora, che quando si parla di servitù occorre distinguere tra quelle che costituiscono, un ostacolo allo sviluppo economico e quelle che so,no semplicemente di 01stacolo ad un modo di vivere diverso e che si concretizzano i,n visto 1se modificazioni dell'ambiente e, quindi, nella roittura dei suddetti equilibri. Nel primo caso, rientrano ad esempio le scoperte di nuove fonti di energia e il perfezio 1 namento dei mezzi di trasporto: essi costituiscono un importante affrancamento, dalle servitù natt1rali, che sino a pochi decenni fa avevano escluso vaste zone geografiche dagli effetti positivi della rivoluzione industriale. Non altrettanto si può dire per certi ambiziosi quanto sconsiderati pro,getti che si p1 ropongono di modificare la geografia di zone· limitate, ma che in realtà possono modificare, di riflesso, la geografia fisica ed econo 1 mica di zone ben più vaste. « Lo svilup·p,o dell'umanità - ha scritto· Mario Pavan - è legato all'utilizzazione dei beni della n,atura e non può prescinderne, ma perché possa stabilirsi un equilibrio permanente occorre che essi (ad esempio foreste, fauna, suo.101, acque, aria) possano rinnovarsi e che nell'utilizzazio·ne 110,nvenga prelevata, co,nsumata o stabilmente alterata, una percentuale di beni superiori all'interesse che il 'capitale natura' può produrre. L'utilizzazione delle risorse della natura oltre tale limite può 168 - Bibiiotecag inobianco
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