Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Argomenti litica ci si serve per fare coperture ad un potere povero di idee e per prolungare protezionismi alla Chiesa che è stata coinvolta oltre ogni abitudine di prudenza ».... « La Chiesa italiana arrivò impreparata al Concilio e, salvo poche eccezioni, lo visse in modo senti1nentale o non lo visse affatto » 5 • · Il che ha avuto co-nseguenze gravi, ed è questo che ci riguarda più da vicino, nella formazione di una coscienza e di una cultura politica nel paese e - per il clima che poi finisce con l'avvolgere tutto - no,n solo nella parte più direttamente cattolica: la religione diveniva str11mento di difesa politica e la politica strumento di difesa religiosa. Sull'altro -versante, quello comunista, una impostazio11e razionale co·me quella marxista veniva vissuta dal popolo con significati escatologici, come una contrapposizione religiosa, in cui la giustizia sociale diveniva il regno dei giusti. Vedremo quanto questa immaturità culturale e politica dovrà pesare, caduto l'anatema papale, sia rendendo possibile la formulazione della tesi del dialogo cattolici-comunisti tendente alla « repubblica conciliare », sulla base di un asserito comu.ne « umanesimo », sia, rendendo possibile a livello più generale la ripresa populistica successiva al 1968. In quest'ultima, l'avversione allo Stato che fu propria dei cattolici postunitari si lega alle sopravvivenze, tutt'altro che marginali per estensione, di un estremismo anarchizzante: residui di sanfedismo1 e bakuninismo si sono ritrovati insieme nell'avversione ad una impostazione e a una cultura politica laica e moderna. Ma se queste sono alcune responsabilità della impostazione garantistica vaticana in Italia, ocorre anche dire che il Partito popolare di Sturzo, e la DC degasperiana hanno rappresentato il tentativo, di grande significato anche se possono esserne discussi i risultati, di dare dignità politica all'elettorato cattolico no11ostante l'opposizione, diseducante dal punto di vista delle coscienze, della gerarchia vaticana. Ed ecco perché Sturzo (e prima di lui Murri), De Gasperi e Achille Grandi (per il sindacalismo cattolico del primo dopoguerra) non ebbero la vita facile con la gerarchia. Ed ecco allora dove sono, gli steccati, ancora oggi non completamente abbattuti, di cui parlava De Gasperi a Spadolini nella lettera dell'agosto del 1954: « quanti steccati! quanti steccati ancora da abbattere.» 6 • · Sern·pre per quello spirito garantista, l'interesse della gerarchia alla vita politica italiana non si limitava al momento elettorale, ma investiva anche più direttamente le scelte del partito cui essa aveva affidato il s Prefazione a Una avanguardia cattolica, cit. 6 GIOVANNI SPADOLINI, L'opposizione cattolica, Vallecchi 1964. 157 ·Bibliotecaginobianco -

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