.. All'ombra della Scienza sordo accanimento per non veder diminuire il proprio peso e la propria potenzialità d'affari e di clientele. D'altronde c'era da asp·ettarsi una resistenza a1l'ultimo sangue da parte dell'Ente Mostra d'Oltremare, che nell'ipotesi ad esso1 meno sfavo1revole avrebbe dovuto cedere una parte della p·ropria area e in una ipotesi più logica, anche se meno probabile, poteva essere soppresso - riconosciuta la sua totale inutilità - p•er lasciare tutte le proprie dotazioni alla « area della ricerca ». Q11este resistenze, com'era da prevedersi, non sono mancate: tutto l'establishment interessato ha fatto largo uso della propria tecnica di resistenza preferita: sorrisi e rinvii, consensi e perdite di tempo, nell'intento d~ottenere alla lunga un ampio effetto anestetico. Ma per capire completamente ciò che è accaduto si deve osservare che i sostenitori del nuovo progetto non hanno dovuto lottare solo contro la destra accademica e le istanze più retrive e conservatrici. Essi ha11no subìto anche l'attacco di una corrente di docenti, ricercatori e studenti che si riconoscerebbero i11posizioni opposte alla conservazione, ma che, consapevolmente o, no, hann·o accettato il ruolo di seconda ganascia in una tenaglia anti-rinnovamento, di cui precisamente la conservazione era la p,rima componente. La guerra è andata avanti così, su dt1e fronti, e ciascuno ha usato, contro il progetto dell'area della ricerca, le proprie armi. Compromessi, affari, co,mplicità da una parte, e dall'altra il perpetuo scandirsi di obiezioni dotate, sì, della forza incalzante del tabù o dell'ossessione, ma prive di qualsiasi maturità critica . . Sul fro•nte « tradizio,nale » il panorama è uniforme. A parole, i consensi al progetto sono stati unanimi; non c'è autorità che non si sia espressa a favore. Anzi, con l'andar del tempo si è a tal punto data per scontata la realizzazione dell'area della ricerca, da far serpeggiare addirittura dei segni di insofferenza, negli ambienti ufficiali, verso chi sollecitava gli inafferrabili adempimenti. Così il te1npo passa ed induce quella silenziosa ed apparentemente indolore soluzione che consiste nella dime11ticanza. Il tentativo è di arenare tutto gentilmente e se11za scosse. Basterà a tracciare i lineamenti della vicenda la trascrizione di alcuni titoli che all'argomento ha dedicato « Il Mattino ». Tra le prime, serrate battute,· eccone alcune: Dichiarizioni del Ministro al 11.ostro giornale - Rubinacci riaffern,za l'impegno di sviluppare la ricerca a Napoli (20 settembre 1966); Napoli e la ricerca scientifica :. Dove la Scienza prospera c'è anche sviluppo economico - Ancora adesioni alla tesi delineata da Caianiello di fare della nostra città una « capitale scientifica » - Il prof. A1Arisiccl1io: attuatzdo- irzvestimenti per la ricerca si creano « punti » privilegiati· per il progresso industriale (21 settem143 ·Bi~lioteca-ginobianco -
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