Francesco Conipagna sviluppo italiano (e forse è si11tomatico che sia stato pubblicato proprio in questi mesi un libro nel quale ci si sforza di provare che Gaetano Sa.lvemini era un reazionario, sordo ç1gli appelli della coiScienza di classe). Ma intanto è risultato che i meridio,nalisti avevano ragione qL1ando, « tra la generale disattenzio,ne e qualche derisione », erano andati dicendo che « uno svilu·ppo industriale del Mezzogior110 più celere ·di quello del Nord era conveniente anche per il Nord e non solo per i,l Sud ». Si ricordi, infatti, che già nel dibattito parlamentare della primavera del 1969 ·era stato· n1esso in evidenza il problen1a della congestione nelle grandi metropoli padane: un problema che i n1eridionalisti avevano posto da tempo, co·n particolare riferim·ento al.la decisione della Fiat di costruire a pochissi1ni chilometri da Torino un suo· nuo·vo ·stabilimento. Del resto, fin dagli anni del « miracolo economico » i meridionalisti si erano fatti premura di additare i pericoli eh.e potevano derivare dalla tendenza a <( ripetere » le localizzazio·ni industriali nei tradizionali distretti dell'ind11strializzazione italiana, i11vece di orie11tare le 11t1ove localizzazion.i verso· le regioni affiitte dalla disoccupazione, dalla sottoccupazione, dall'alta natalità. Q11anti articoli e qu~nte note sono stati dedicati da « Nord e Sud» a questo argomento! E nel 1966, quando fu nota la decisio·ne della Fiat per lo stabilime11to di Rivalta T'ori11ese, noi prevedemmo - e lo andammo a dire anche a T'orino, al Seminario organizzato dalla « Fondazione Einaudi » per discutere del Nord e del St1d nell'economia e nella società italiana - che sarebbero saltati a Torino, e non soltanto a Torjno, gli equilibri fra insediamenti residenziali ed inse.diamenti industriali; che il nuo,vo stabilimento· di Rivalta T·orinese avrebbe provocato fatalmente un ulteriore ricorso a manodopera immigrata dal Sud e di conseguenza un aggravamento delle tensioni sul mercato dei fitti e dei generi di prima necessità, e soprattutto un aumento non solo dei costi sociali, ma anche dei co·sti aziendali; che si sarebbe finito col chiedere alla Fiat di contribuire all'alleggerimento d·ei primi e cl1e la Fiat, per co11tenere i secondi, avrebbe a sua volta finito con il ·chiedeTe allo Stato il dirottamento, verso Torino di risorse che avrebbero potuto essere destinate al Mezzogior110. Così, quando lo Stato fosse dovuto venire incontro a questa richiesta per salvaguardare la com·p•etitività della Fiat -sui mercati internazionali, predisponendo congrui interventi per far fronte alla domanda di case e di servizi determinata dall'immigrazione di nuove forze di lavoro, ne sarebbe derivata la constatazione di una paradossale incentivazione di fatto degli insediamenti 12 Bibliotec.aginobianco
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