Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

.. Giornale a 11iù voci si è u-nito il gruppo guidato dal prof. Principe; sinistre che fanno· sop·rattutto leva sull'esigenza di adottare anche in Campania una formula simile a quella su cui si regge la segreteria dell'on. Forilani (ec·co un caso in cui l'adeguamento della realtà periferica a quella nazionale non viene considerato come l'imposizione di una « camicia di forza » ). Una simile situazione, soprattutto se si co·nsidera che la diversa dislocazione delle forze dell'interno della DC potrebbe rendere possibile un reciproco gioco di interdizione fra Consiglio Comunale di Napoli e Assemblea Regionale, porta in sé il rischio di degenerare nell'immobilis.mo. La dichiarazione delle sini·stre DC di voler st1bordinare il proprio inserimento nel futuro governo regionale alla formazione di una « nuova maggioranza » nella DC campana, appare legittima; meno legittimo, ci sembra, invece, il tentativo di coinvolgere in questa richiesta gli altri gruppi del centro--sinistra, e in particolare il PSI. Le sinistre democristiane - come del resto ogni componente jnterna di un -partito - non possono ignorare di avere una funzione solo in rapporto alla propria capacità di rinnovamento di tutta intera la forza politica di cui sono parte e del ct1i comrportamento sono comunqt1e corresponsabili. In effetti la DC campana riuscirà difficilmente a superare la situazione di « stallo» in cui è cadt1ta, co,n effetti assai negativi per le amministrazio11i locali, se i numerosi gruppi e sotto-gruppi in cui è divisa non rinunceranno allo sfib,rante gioco di strumentalizzazioni reciproche che hanno condotto sin'oggi, servendosi ora dello scacchiere nazionale, ora di quello locale, ed evitando sempre più il confronto con i problemi reali della Regione. Un esponente del gruppo « sulliano », il consigliere regio-nale Ugo Grippo, ha· affermato, alla vigilia dell'ultima riunione della Direzione campana della DC: « Non possono accettarsi lezioni di ' sinistrismo ' da chi, pur definendosi 'avanzato' a livello regionale, concretamente gestisce il potere, a livello locale, co,n quelle stesse forze che definisce 'arretrate'». Questa sembra un'osservazione piuttosto significativa: la spaccatura che divide i democristiani campani tanto profondamente da far parlare di spaccatura « geografica » fra zone povere e zone ricche della regione, sparisce se si guarda in concreto al modo con cui, nelle singole zone, è stato esercitato il potere e sono state utilizzate le istituzioni pubbliche. Ot1indi non è certo dal prevalere di uno schieramento interno alla DC rispetto all'altro, magari grazie al. realizzarsi di questa o quella combinazione di potere nazionale, ma è da un modo· diverso di amministrare e di concepire i rapporti tra i cittadini e i partiti, che deve prendere le mo·sse un discorso di reale rinnovamento; e solo su questo piano po,trà misurars-i la validità e la legittimità delle alleanze fra la DC e le altre forze politiche. Socialisti e repubblicani, a nostro avviso, non possono perciò che essere spettatori attenti, ma non arbitrariamente i~vadenti, delle vicende interne democristian~, se si vuole evitare di offrire alla o,c un pretesto per fare altre scelte discutibili, come quell~ compiuta in occasione dell'elezio,ne del137 , ·Biblioteca-ginobianco -

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