Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Antonio Duva mento estremame11te dannoso per Napo1i e per la Regione proponendo una politica imperniata sullo sviluppo ·della Cam·pania, nella quale Napoli occupi il giu·sto ruolo di capitale a servizio della Campania». Queste posizioni, co1ne i lettori di questa rivista sanno bene, non rappresentano il frutto di un'elaborazione della sinistra DC, ma, piuttosto, il tentativo - seco·ndo· u,n suggerimento che si può rintracciare in. un discorso dell'on. Stillo, del marzo del 1967 - di raggruppare, attorno a una linea culturalmente avanzata, un nucleo di forze sufficienti a impostare una inversione di tendenza nella gestione della DC campana. Ed è proprio nella traduzione della posizione culturale in scelta politica, che l'azione delle sinistre ha mostrato i suoi limiti: ben presto si è visto che il suggestivo slogan della « Regione delle cinque città» era servito, soprattutto a coprire, piuttosto frettolosamente, realtà tro-ppo differenti e tra loro contrastanti, per poter essere a lungo, tenute insieme. Del resto, nel suo intervento al Congresso Regionale, il prof. Gava aveva risposto con spavalda franchezza, a quanti lo avevano tacciato di « barone », che, se a lui spettava questo titolo, altri, nella DC campana, ben ineritavano quello di duca o di marchese. Le previsioni di Gava sulla precarietà dell'alleanza delle sinistre trovarono conferma - appena qualche settimana dopo· ___,quando si ebbe la secessione, dal « cartello», dei sei consiglieri sulliani. La posizione dorotea uscì, peraltro, dal Congresso notevolmente indebolita, sostenuta solo dalla solidarietà del gruppo fanfaniano: alleato quest'ultimo - ormai - più per coerenza con lo schieramento nazionale che per scelta propria; e, comu·nque, alleato esigente. Le elezioni del 7 giugno, alle quali la DC giunse senza riuscire ad eleggere né la direzione, né il segretario regionale!, hanno ulteriormente app,rofondito· i contrasti interni, senza creare nuovi equilibri. Il gruppo fanfaniano, che con le elezioni si è notevolmente rafforzato ottenendo 5 co11siglieri su 25 (degli altri: 5 sono basisti, 3 morotei, 2 di Forze nuove, 3 sulliani, 1 tavianeo·, 3 dorotei, 2 « Coltivatori diretti », e due, allo stato, non attribuibili ad una corrente) è ormai il perno attorno· al quale deve necessariamente ruotare ogni possibile combinazione. Per ora i fanfaniani hanno acceduto - no,n senza suscitare le reazio.ni di qualche loro esponente, co,me l'on. D'Arezzo di Salerno - a costituire una maggioranza nel Comitato Regionale Campano insieme a « Iniziativa Demooratica » (gaviani), sulliani e tavianei, acquisendo così la segreteria regionale con l'avv. Luigi Galdo, la presiidenza del grup·po regionale con l'avv. Alberto Servidio, e la vice-presidenza della Assemblea Regionale con il dott. Luigi Falco. Ma si può fondatamente ritenere che questo assetto non venga considerato definitivo, se, come riferisce l'ultimo numero di « Nostrosud », il nuovo segretario regionale ha sentito il bisogno di dichiarare, ap·pena eletto·: « Credo che non abbia molta importanza come si nasce ... importante è co,me si procede in rapporto agli impegni politici che si assumono». D'altra p,arte, sui fanfaniani premono con forza le sinistre, alle quali 136 Bibiiotecaginobiahco

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