Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Giornale a più voci andati molto oltre i voti ottenuti con lista unica, due anni or sono; con quei voti non avrebbero avuto più di otto seggi, in luogo degli 11 ottenuti il 7 giugno. Il PSI, in particolare, con la « tenuta» dimostrata specie ne11'Irpinia e nel Casertano, ha potuto raggiungere una percentuale superiore alla media nazionale ( 10,9%), sulla quale invece (7%) si è attestato il PSU. Il PRI, segnando un notevole incremento percentuale, ha conquistato due seggi, in luogo dell'unico prevedibile in base ai risultati delle elezioni poli1tiche. La DC, infine, compensando con i guadagni di Napoli e di Benevento la flessione piuttosto notevole registrata nell'Irpinia e nel Casertano, ha potuto, in complesso, consegt1ire un sia pure lieve incremento nella regione (dal 39,4 al 39,7), con ciò discostandosi dalla linea di tendenza nazionale. Uno schieramento di centro-sinistra in crescita, quindi, forte di 38 seggi su 60, rispetto a gruppi di destra e di sinistra declinanti o stazionari. Uno schieramento, a]meno apparentemente, in condizione non solo di non essere influenzato dai riflessi della ricorrente crisi politica nazionale, ma anche di dare - nei confronti di questa crisi - delle indicazioni positive, di superamento, così come è accaduto altrove. Ma la creazione di un livello regionale di lotta e di confronto ha messo i11 luce in Campania, forse con maggiore evidenza che in altre zone del paese, le contraddizioni e le insufficienze delle forze politiche locali, e, fra queste, ha posto i maggiori gruppi del centro-sinistra, quelli cioè in rnaggio,r misura e da più tempo investiti di responsabilità di governo, di fronte all'esigenza di ripensare, in un quadro unitario, scelte e impostazioni che, negli anni scorsi, erano state con1piute con larghe concessio,ni ad esigenze, non sempre legittime, di carattere provinciale o settoriale. I problemi da risolvere in Campania, del resto, sono legaU soprattutto all'esigenza di stabilire un rapporto equilibrato fra la zona costiera e la zona interna della regione; sono perciò problemi che proprio in un contesto istituzionale regionale si pongono più nettamente in evidenza e possono meglio essere avviati a soluzione. In Campania, quindi, il nesso tra lotta politica locale e problemi di sviluppo della regione è probabilmente piìt stretto che in altre situazioni e i partiti sono posti tanto più imperiosamente di fronte alla necessità di rimodellare su questo nesso la propria azione, quanto pii.1 - negli anni scorsi - proprio da questo punto di vista si sono mostrati inadempienti. Basti pensare al modo con cui le forze politiche campane hanno o,perato in due sedi particolarmente significative: il Comitato regionale di programmazione economica e l'Ente di sviluppo agricolo. Il particolarismo, la politica dell'operare giorno per giorno, con piccoli cedimenti che magari compromettono iniziative di ampio respiro, non sono peraltro malanni che affliggono solo i partiti di governo. Il partito co,munista, almeno ip alcune zone della Campania, non sembra esserne esente. Anzi, proprio nell'esistenza, in seno al PçI, di simili fenomeni degenerativi, l'on. 133 · Bibliotecaginobianco -

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