Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

• I Giornale a più voci clima di quei .giorni, e del carattere corporativo, anarcoide, e sempre più irrazionale e passionale che aveva assunto la « rivolta» degli insegnanti. Tutto ciò chiarisce e giustifica a sufficienza il sollievo con cui l'opinione pubblica ha accolto, e la simpatia con cui ha appoggiato, le iniziative delle confederazioni a favore di un ritorno alla normalità. Tuttavia questo atto, e tutta la vicenda, avranno un reale valore so.Jo se appariranno un primo, ma non isolato, richiamo alla necessità di pianificare le istanze delle varie categorie, commisurandole alla realtà socie-economica del paese, e se coistituiranno la prova che si è compreso - per sempre e non solo in questo caso particolare -, che esigenze diverse e talora 01 pposte vanno esaudite previo un oculato e razionale calcolo delle priorità. Solo così ·si p·otrà -dire che i fatti di giugno hanno segnato l'inizio di una nuova maniera di concepire i prob.Jemi della scuola, come del resto di qualunque altro settore di attività. Poiché, anzi, essi sono stati la dimostrazione che tutte le categorie di lavoratori sono interdip·endenti tra loro, per un intrecciarsi fittissimo, di competenze e di relazioni, e che, ad esempio, la scuola interessa, direttamente e indirettamente, non solo la coscienza nazio,nale come problema fondamentale d·a cui dipende il futuro stesso del paese, ma in modo precipuo il mondo stesso del lavoro, cui è legato da agganci co-mplessi, profondi, talora impensati, i fatti di giugno sono una acquisizione decisamente positiva. È ovvio però che se, viceversa, in ·altre circostanze non ·sarà concesso a tutte le categorie, non ultim·a certo quella degli insegnanti, di esprimere il p,rop·rio punto di vista sulla politica sindacale globale, ciò sarà la morte dei sindacati confederali della scuola, e anzi dell'intero sindacalismo• scolastico come fatto capace di incidenza « politica ». La condotta dei sindacati della scuola, e di quelli confederali in particolare, perciò la loro capacità di ·un impegno non solo settoriale, condizione p·reliminare perché essi eser-- citino una spinta valida verso un sindacalismo mo,dernamente concepito e attuato, sarà n,ei prossimi mesi decisiva. Infine, per utilizzare le vicende di giugno come punto di p,artenza per un reale rin•novamento, occorre sdrammatizzare il famoso Decreto del 20 giugno, che resta, beninteso una pagina non gloriosa nella storia dei rapporti tra pubblici poteri e libere associazioni, e, quali che •siano stati i motivi per cui fu emanato, enuclearne invece le positive valutazioni della classe dei professori che in esso sono implicite, e trovare per queste una colloca-- zione organica e razionale nella legislazione dela nuova scuola. Esso infatti, smitizzando la loro « funzione giudicante», nel momento stesso in cui riconosce che, ,sulla base della obiettiva valutazione del rendimento scolastico ·di ogni alunno, seguita e registrata oculatamente nel cors.o dell'anno, chiunque pot•rebbe decidere se è opportuno che l'alunno passi alla classe successiva, oppure ripeta quella già frequentata, lungi dall'essere offensivo, è il più alto riconoscimento della insostituibilità degli insegnanti durante lo svolgimento del loro compito ,precipuo, che non è quello di « giudici » ma di educatori. Essi infatti, attenti a seguire progressi e regressi, momenti 127 i 01iotecag inobianco -

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==