Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

I Giornale a più voci probabilità ridotti? È certamente arduo rispondere, ma, senza voler aprire un discorso sulla << libertà » del consumatore e sulle « motivazioni » che fanno preferire certi tipi di consumi e non altri, sembra acquisito che il consumatore medio di una società moderna, frastornato da fantasiosi n1essaggi pubblicitari, sia « indotto» ad acquistare un mare di cose in·utili a svantaggio di ac·quisti più utili per la salute del corpo e della mente. In altre parole, superata la fase del mero sostentamento, nulla garantisce una scelta « intelligente» da parte del consumatore, una coerente .priorità in fatto di consumi privati. Se ciò è vero, alla « maiiovra fiscale di tipo selett~vo » - i cui margini sembrano essere peraltro molto limitati - si sarebbe do·vuto accompagnare un qualche provvedimento - e la p1rima cosa che ci viene in mente è una soprattassa « ·di scoraggiamento» su ·determinati p,ro·dotti o servizi - allo scopo di orientare il consumatore verso ·scelte alternative più utili. E qui vogliamo riferirci, oltre che all'utile individuale, anche all'utile collettivo, ove si consideri che se è un bene per l'economia italiana lo « spostamento di risorse dal campo dei consumi privati a quello dei consumi pubblici », non è certamente indifferente se sarà interessato allo spostamento, questo o quel settore p·roduttivo. FILIPPO SCALESE La crisi degli insegnanti Stuart Maclure, nella relazione sui « Nuovi indirizzi dell'istruzione secondaria superiore in Italia», presentata al convegno di esperti dell'OCSE riuniti dal governo italiano a Frascati nel maggio scorso, a proposito degli ostacoli che da noi si frappongono al rin·novamento della scuola, definendo gli insegnanti « alleati-nemici » di tale rinnovamento, afferma: « I sindacati 1degli insegnanti sono molti e il loro interesse princip·ale sono i bisogni immediati degli iscritti; non si guarda a loro come a un forte gruppo di pressione per la riforma della scuola». Queste parole, di fonte « 1 neutrale », e scritte in un periodo in cui n.on erano ancora awenuti, né erano prevedibili, i fatti del giugno scorso, possono servire come commento, seppure alquanto amaro, al clamoroso episodio dello sciopero. Esso infatti, proprio per la situazione individuata da Maclure, è stato generalm,ente visto dalla cronaca più che altro come fenomeno di costume, come occasione per « pezzi di colore » di un tono ora ironico, ora moralistico, che, ·né prima né dopo, si è mai usato per altre, analoghe vicende del mondo del lavoro. Espressioni come «richiama al buon senso», «invito alla ragionevolezza», « si spera che il senso di responsabilità prev~lga », sono largamente ricorse sui giornali, .e sono sintomatiche dell'atteggiamento dell'o,pinione pubblica al riguardo. E infatti l'incompre~sione, la frattura, anzi, fra questa e la 121 ·Bibliòtecaginobianco -

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