Filippo Scalese consumi, e quelli con redditi mini.mi, per i quali ,non esistono possibilità alternative. A queste fasce di reddito appartengono la quasi totalità dei lavoratori, sia a reddito fisso che indipendenti. Ma, e ·sia p·ure con i limiti connessi ad un discorso forzosamente generalizzato, è op,portuno, e forse necessario, distinguere i probabili effetti della manovra fiscale sui consumi privati di ciascuno dei due raggruppamenti di lavoratori. Per quanto riguarda i lavoratori indipendenti, l'efficacia della strategia adottata è molto incerta. Essi infatti hanno, nella quasi totalità ,dei casi, la possibilità di « scaricare » i nuovi aumenti su coloro c·he usufruiscono delle lo,ro1 prestazioni o dei loro servizi. Non esiste nessuna possibilità pratica di controllo legale; né d'altra parte ci sembra che 1'01 fferta sia così anelastica da non consentire l'assorbimento degli aumenti, soprattutto se s.i co,nsidera che gli aumenti stessi ·possono essere in molti ca-si distribuiti ·su una grande quantità di beni o fra un gran numero di persone. Vero è che il numero dei lavoratori indipendenti è inferiore a quello dei lavoratori •dipendenti, ma è anche vero che la loro importanza economica è, nel caso in esame, molto grande e non tanto per i livelli di reddito in.dividuali, quanto perché questi lavoratori sono generalmente utenti di una maggio,re « quantità » di servizi - telefono, autovettura, tasse di bo,llo, ecc. - sottoposti all'i·nasprimento fiscale. Va inoltre osservato che se è vero• che mo,lti di qt1esti lavoratori sono sottoposti a loro volta agli aumenti « scaricati » su .di loro da altri operatori, è del pari vero che anche questi aumenti possono essere, in tutto o in parte, riversati,, rimessi a loro volta. Si dovrebbe quindi concludere che nel complesso questo raggruppamento di contribuenti-consumatori continuerà grosso modo ad acquistare la stessa quantità di beni e di servizi, senza provocare nessuno « ,spostamento di risorse dal campo dei consumi privati ». . Vediamo ora i lavoratori a reddito fisso: per essi il problema si pone in termini totalmente diversi. Per l'impossibilità di ogni azione di rivalsa verso terzi, la strategia fiscale stavolta colpisce nel segno e si p•uò forse aggiungere che colpisce due volte: una prima volta, direttam·ente, per la ,pressione esercitata sui redditi individuali dal maggior aggravio fiscale; una seconda volta, indirettamente, per il probabile « adeguamento » dei p,rezzi al nuovo regime fiscale. Nonostante ciò è da presumere che, in generale, i contrib,uenti-coinsumatori a reddito fis,so non rinunzieranno alla- patente o al telefono, né ridurranno sostanzialmente l'uso della loro autovettura: queste spese sono ormai considerate nei bilanci familiari, anche modesti, come « obbligatorie», al pari del fitto della casa o dell'acquisto di derrate alimentari. Ciò vale naturalmente per coloro che già posseggono i beni o,d i servizi sotto,posti alle nuove imp,oste; una valutazione presumibilmente diversa va fatta per i nuo1 vi potenziali acquirenti. In ogni caso la domanda che qui sorge è la seguente: costretti dal minor reddito a fare delle economie, quali tipi di consumi saranno con maggiore 120 Bibiiotecaginobia·nco
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