Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

·' Giornale a più voci hanno intrapreso la carriera universitaria puntando proprio sugli aspetti deteriori dell'attuale sistema di selezione, perché ritengono di possedere le qualifich·e in senso nepotistico e clientelare per essere cooptati nel corpo dei cattedratici. Ma, a parte il fatto che con l'attuale sistema molta .di questa zavorra sarebbe entrata comunque, è lecita la speranza che con l'immissione immediata ope legis al vertice della carriera di un gran numero di giovani docenti, si spezzi quel circolo vizioso mediante il quale le caratteristiche deteriori del mondo accademico si perpetuano da una generazione all'altra: quel circolo, vizioso stabilito dalla tendenza della casta a coo,ptare prevalentemente quegli elementi che siano stati psicologicamente limati e invecchiati, e moralmente umiliati e incattiviti da anni di indefesso e servile « portar la borsa» al cattedratico. Giunge invece notizia che la Commissione P.I. del Senato - su iniziativa di taluni senatori-cattedratici - si sarebbe orientata verso una ammissio1ne nel ruolo del docente unico soiltanto di quegli incaricati e assistenti che abbiano la docenza confermata da un certo numero di anni o l'incarico· da un ancor più elevato numero di anni (Cfr. « Le Scienze», n. 24, p. 7). Questo tipo di norma transitoria - che tutto lascia prevedere possa essere accettata e che la Commissione stessa ha cercato di contrabbandare durante l'ultima lunga crisi ministeriale - è un rimedio ben peggiore del male, perché se è probabile che l'im1nissione in ruolo di un gran numero di docenti porterebbe ad una grave crisi, è altresì vero che da questo totale rimescolamento di carte potrebbe sortire un effetto positivo, cioè, in altri termini, la crisi potrebbe avere in sé i germi di una feconda palingenesi. Iv1a se dovesse p-revalere il tipo di norma gerontooratica pro,posta, non solo verrebbe gravemente ferito, con l'immissione automatica, H.principio dell'immissione solo media11te concorso, che verifichi i meriti scientifici e la capacità didattica, ma si pone una ancora più grave ipoteca sulle future ilmmissioni di giovani docenti col criterio del merito, eleggendo a giudici della capacità e del merito altrui chi quello stesso giudizio, discutibile quanto si voglia ma sempre giudizio, non è mai riuscito a superare. In definitiva, se dovesse prevalere questo criterio, non si romperebbero le vecchie strutture, ma al:l'op1 posto si rafforzerebbero, con l'immissione fo1 rzata di vecchi incaricati e vecchi assi,stenti, che - salvo eccezioni - non sono mai riusciti a co·nquistar la cattedra col vecchio sistema (che non semp1 re ha funzionato soltan,to male, segnatamente nelle facoltà scientifiche non professionali) e che porterebbero soltanto con sé, contro i giovani, l'astio 1 della lunga astinenza. E non basta: ché se da un canto la piramide feudale universitaria resterebbe praticamente la stessa, o .più prob.abilmente peggio1 rata in qualità, sarebbero i giovani a rimetterci: quei giovani assistenti incaricati,. formatisi nell'ultimo decennio, con mentalità meno provinciale, più seria, più aperta alla collaborazio 1ne internazionale, che vedrebbero passare davanti a loro, e so·vente co,me loro futuri giudici, i rottami inservibili di arcaiche strutture. · Nasce allora oggi, il p·roblema del quid agendum; e cade acconcio, in pro- - 117 ibiiotecaginobianco -

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