Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Felice Ippolito assurda - e illegale - circolare secondo la quale quei professori incaricati, che abbiano ottenuta la conferma dell'in,carico per l'anno accademico 1970-71 e che intendano rinunciare a questa conferma, non potrebbero ottenere altro incarico vacante per il quale abb1 iano titolo. Chiusa questa parentesi, vogliamo qui accennare a uno dei più gravi nodi che la nuo,va legge do1vrebbe scio,gliere, e precisa1nente al « docente unico». È ben noto che è questo 1 il punctum dolens di tutta la riforma, in quanto viene ad intaccare l'attuale struttura gerarchica della carriera universitaria. Ora, è opportuno che su questa questio 1 ne si faccia un discorso chiaro, anche perché sono in corso talune manovre. Che l'attuale struttura universitaria italiana sia troppo gerarchizzata e feuda,le è in gran parte vero; ch•e i così detti o meglio autodefinitisi « docenti subalterni» non siano protetti dalle prepotenze dei cattedratici (i così detti « baroni ») è altrettanto vero; che molti cattedratici, ·segnatamente delle faco1ltà professionali (medicina, in primo luogo, e subordinatamente giurisprudenza e ingegneria), confondano troppo spesso i loro interessi professionali con le funzioni accademiche è altrettanto vero; ma, precisiamo subito, ad evitare polemiche e proteste personali, che questo è un discorso puramente statistico, perché vi sono eccezioni non rare, in un senso, e altresì situazioni aberranti, forse men rare, segnatamente tra i clinici. Soltanto è accaduto che la reazione a questa situazione ha portato alla adozione del « docente unico», nome sotto il quale si dovrebbero ormai _celare i nuovi cattedratici, che praticamente comprenderebbero oltre i titolari attuali quasi tutti gli attuali assistenti o,rdinari e gli incaricati. Più di una volta, e da fonti più cl1e autorevoli, è stato sottolineato che l'apertura dei ruoli e l'immissione ope legis di un grandissimo numero di docenti « subalterni» nella categoria del docente unico, può po1 rtare a svantaggi per il sistema universitario: in particolare il rischio di instaurare anche nell'università quel metodo di immissione in ruolo dei docenti senza concorso che tanto gravemente sta abbassando il livello della sc11ola secondaria. I meriti scientifici e le capacità didattiche, verificati attraverso severi concorsi, sono naturalmente gli unici, pii.1 logici e ovvi criteri di selezione del personale docente al massimo livello. E in linea generale non v'è chi non aderisca a questo p·rincipio: vi è solo la difficoltà di applicarlo in una situazione concreta, in cui - co,me è ben noto - i cattedratici, cioè quelle stesse persone che dovrebbero valutare il merito scientifico e la capacità degli aspiranti docenti, sono universalmente sospettati e accusati di clientelismo, nepotismo, simonìa scientifica, sfruttam·ento sistematico di coloro la cui carriera dipende dal loro git1dizio. È ap·punto questa situazione di fatto - generaln1ente valida - che si vuol distruggere con l'allargamento dei ruoli e l'immissio,ne ,dei così detti docenti « subalterni » nel ruolo unico dei docenti, sia pure tramite ap-posita valutazione dei titoli. Insieme a molti giovani scienziati e insegnanti di valore entrerà - è più che probabile - anche molta zavorra, rnolte persone che non avreb,bero le caratteristiche di merito e le capacità richieste, ma che 116 Bibiiotecaginobia·nco

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