Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

GIORNALE A PIU' VOCI Università: il meglio nemico del bene Nel mo·mento in cui scriviamo queste note, il governo presieduto dall'on. Colombo ha ottenuto l'investitura parlamentare: esso dovrebbe avere tra l'altro la caratteristica di una Cç:rta stabilità, tale da potere affrontare o portare avanti talune delle più dibattute riforme in gestazione da tempo e che non possono attendere oltre. Vogliamo qui dire qualcosa della riforma universitaria, sia perché essa sembra ormai non più differibile, sia perché, sopite alquanto - ma per quanto? - le più violente polemiche, può parlarsi con più calma di taluni aspetti contingenti di essa. È bensì vero che lo stesso Presidente del Consiglio nel suo discorso programmatico ha parlato esplicitamente di graduare nel tempo le riforme che comportano oneri di spese, per tener conto della presente congiuntura, ma ciò non toglie che non si debbano affrontare quei problemi più urgenti che, senza ulteriori gravi oneri finanziari, possono venire risolti; ovvero che - come suggerì l'on. La Malfa quando fu ·sollecitato ad accettare il Ministero del Tesoro - non si 1 debba dar priorità a rifo1 rme indifferibili (e quella universitaria è tra queste) di fronte ad opere di discutibilissima priorità come la « direttissima» Roma-Firenze, il ponte sullo· stretto di Messina e altrettali. Ma sia lecito anzitutto un breve discorso preliminare. Accade sovente che -i nostri uomini politici ritengano di impersonare la legge per il solo fatto di essere legislatori; e pertanto, quando giungono a co,nquistare una poltrona ministeriale, non si sentono tanto investiti dalla responsabilità, e direi dal dovere, di ap.plicare la legge e di farla rispettare, quanto di imper,sonare essi stessi, per virtù carismatica della carica, la legge e quind'.i di interpretarla o n1odificarla a proprio arbitrio. È di ieri appena l'atteggiamento del p·recedente Ministro della P.I. di fermare per mesi sul proprio tavolo provvedimenti di ordinaria amministrazione, per i quali la sua firma aveva significato di mero controllo di legittimità o di rinviare sine die richieste di concorsi a cattedre in attesa della approvazione della nuova legge universitaria. Si dimentica in tal modo il dettato fondamentale che I' jure condendo non può e no·n deve influenzare l' jure condito e finché la nuova legge no,n c'è, il non applicare la legge vigente può giungere fino al limite di configurare il ben noto reato di omissione di atti di ufficio. A• questa biasimevole tendenza di taluno dei nostri uomini politici assunti a·d incarichi ministeriali, semb·rano inoltre indulgere, per acquiescenza o per altri motivi, gli alti gradi della b1 urocrazia, ai. quali riesce sovente di contrab,bandare p~r volontà del ministro responsabile quella che è la loro volontà di legiferare per mezzo di cir~olari. Un esempio vistoso è la recente 115 · Bibliotecaginobianco -

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