Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Riccardo Perissich sentire di mantenere un fronte unitario e di conservare l'iniziativa nelle mani dei governi. La Comunità parlerà infatti ai candidati con una sola voce e questa sarà espressa ,dal presidente in carica del ·Consiglio dei Ministri (la presidenza, co·me è noto, spetta a turno ogni sei mesi a tutti i membri). Alla Commissio·ne dovrebbero invece essere affidati co:mpiti speciali su direttive del Consiglio· dei Ministri. Pare difficile credere che questo compromesso p·ossa rivelarsi efficace. Il fronte dei Sei sarà co·munque so,ttoposto a co·ntinue tensioni, mentre la rotazio·ne della presidenza provocherà rigidità e -discontinuità nella posizio•ne co,munitaria. Sarà lo stesso sviluppo ·della situazione a riportare in primo piano il ruo,101 della Commissione, cioè l'unico organo capace di esprimere con coerenza un punto di vista comunitario. Perché ciò non resti nell'àmbito di una soluzione tecnocratica è però necessario che si crei una struttura differenziata in cui ·oltre ~:ti governi e alla Commissione un ruolo di primo piano spetti anche al Parlamento Europeo. Interessare il Parlamento alle discussioni sui grandi problemi politici aperti dal negoziato stimolerebbe i governi a trovare un accordo] politico, a livello più elevato. Ciò consentirebbe in seguito di associare il Parlamento ai meccanismi di decisione, non tanto per quanto riguarda il risultato delle trattative, che è compito ·di una conferenza intergovernativa e dei Parlamenti nazionali, ma per la soluzione di tutti i pro1 blemi lasciati aperti dal negoziato e l'impostazione delle future tappe dell'integrazione. La Commissione, invece, do·vrebbe avere i,l compito di stimolare e rendere operativo l'accordo politico, prima conducendo i negoziati, poi elaboran·do proposte per la fase successiva. In questo modo i candidati potrebbero essere progressivamente associati ad una procedura istituzionale che sarebbe allo stesso tempo di gestione della Comunità esistente e di impostazione di una più larga Comunità po-litica. La « fase costituente» strappata alle mani dei dip,Iomatici riacquisterebbe così ·dimensio,ni politiche. Tutto dipende, come abbiamo visto, dalla capacità dei governi di maturare una nuoya coscienza dei p·roblemi europei. Il loro atteggiamento no•n sarà però deciso nel vuoto: sarà determinato dalla pressione -delle cose e so,prattutto dalla capacità delle forze politiche, economiche, sociali, di riprendere in mano un processo da cui dipende in larghissima parte il loro destino. RICCARDO PERISSICH 114 Bibiiotecaginobianco

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