Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

La Costituente europea fra di loro: franco-inglesi, anglo-tedeschi, franco-tedeschi; in queste maglie cercherebbero di inserirsi, in funzione subordinata o di disturbo, l'Italia e i paesi del Benelux; il problema tedesco resterebbe sostanzialmnte irrisolto e, co,rne abbiamo· visto, il ruolo di mediatore effettivo verrebbe esercitato dalle superpotenze e soprattutto dagli USA. Ciò ·provocherebbe un inevitabile deterioramento del tessuto comunitario, che sarebbe sottoposto a continue spinte centrifughe e potrebbe ritrovare la sua stabilità solo in una nuova integrazione nella struttura atlantica. In verità ogn.i tentativo di accordo intergovernativo deve obbedire alla logica dell'equilibrio delle potenze, che è in Europa per sua natura contraddittorio e instabile e da cui non si può uscire che imboccando una strada nuova, ossia quella di un rilancio dell'integrazione sovrannazionale e democratica. In un quadro politico ancora così. incerto, se la prospettiva di un « negoziato globale » è densa di pericoli, quella di un « negoziato minimo » è ancora sospesa nel vuoto. Il chiarimento sarà in parte determinato, da fattori di politica internazionale: iniziative tedesche verso l'Est, evoluzione della politica americana verso l'Europa ecc ...; in parte però saranno le stesse trattative comunitarie a creare situazioni nuove. Si apre cioè per l'Europa una « fase costituente », che nel caso di un « negoziato minimo» è destinata a proseguire nel seno della Comunità allargata. Abbiamo già visto come, per poter essere rapido ed efficace, _il negoziato debba appoggiarsi su un chiarimento politico e su precisi imp·egni circa i te1npi e le modalità per affrontare i pro 1 b1emi rimasti aperti. Il fatto è che questo accor,do non esiste ancora e deve appunto scaturire dall'evoluzione delle trattative. Ciò su cui ci si può basare oggi sono solo le realizzazioni delle Comu.nità esistenti e una generica sensazione di uno « stato, di necessità » che spinge a progredire sulla strada dell'integrazione. Nonostante che l'esigenza di adottare formule sovrannazio 1 nali e più democratiche sia riproposta ad ogni passo dai pro 1 blemi sul tappeto, i governi tendono costantemente a trovare soluzioni di tipo intergovernativo. Bisogna quindi, già nella fase di negoziato, affiancare alla struttura intergovernativa delle altre istanze in modo da creare le premesse per modificare il metodo di gestione della Comunità e trasformare la struttura del negoziato in una « struttura costituente». Ciò ci riporta all'ultimo elemento che si era individuato come condizione per il successo del negoziato: la definizione di una procedura chiara, efficace e, in qualcl1e modo, autopropulsiva. Finora i Sei hanno elaborato .un compromesso che dovrebbe con113 B:ib.lioecaginobianco -

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