Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

.. ·' La Costituente europea piano interno e le ombre non sono certamente dissipate; le pressioni sulla sterlina sono probabilmente destinate a riapparire al primo peggioramento della bilancia dei p·agamenti (cl1e tra l'altro· si è già verificato) e appena il governo britannico 1 allentasse la politica di austerity. Alcuni osservatori non escludo 1 no neppure l'ipotesi di una nuova svalutazione, cosa peraltro meno probabile con un governo conservatore al _potere. Chi, da parte comunitaria, volesse insistere sulle difficoltà della sterlina, avrebbe dunque ancora qt1alche corda al suo· arco·. Bisogna tt1.ttavia ricordare, come l1a 11otato Robert Triffin nel suo rapporto per il Comitato l\1onnet, che i paesi della CEE so·no già ora impegnati a risolvere il problema della sterlina e che quindi esso deve essere, certo, un in1portante p·unto nell'agenda dei negoziati, ma non un impedimento al loro successo. Si può infine aggiungere cl1e 1a precaria situazione della sterli11a e le i11certezze relative alla bilancia dei p·agamenti contribuiranno inevitabilmente ad aumentare la rigidità della posizione i1ìglese per quel che riguarda il contributo al finanziamento d.ella po1 litica agricola. Il mutamento più radicale è avve11uto però nella situazio11e comunitaria. Le vicende monetarie del '68 e '69 hanno avuto alcuni effetti molto importanti. Una crisi cominciata sul dollaro e sulla sterlina si è scaricata inesorabilmente sul franco e sul marco, dimostrando così il grado di dipendenza dell'Europa dal sistema economico i11ternazionale. L'ambiziosa guerra che De Gaulle aveva dichiarato al dollaro è miseramente fallita, il franco ne è stato travolto, e il dollaro domina oggi più che mai il sistema monetario. L'attuazione dell'Unione doganale si è dimostrata insufficiente a garantire uno sviluppo ar111011icoed equilibrato dell'eco·nomia europea; al contrario, le forze spontanee messe in moto dal n1ercato, l'esistenza di diversi tassi di inflazio'11e e di produttività e politiche economiche divergenti, riscl1iano di accentrare gli squilibri e di sottoporre il funziona1nento del Mercato Comune ad una pressione costa•nte. I Sei quindi, al vertice dell'Aja, hanno riconosciuto l'urgenza di procedere rapidan1ente verso la creazione di un'Unio 1 ne economica e monetaria. Tuttavia l'aver definito un obiettivo non significa realizzarlo e le opinio11i sui tempi, gli strumenti e le priorità sono ancora molto divergenti. Un problema è costituito d·ai riflessi sullo sviluppo interno dell~ Comunità. Come è noto, la Comu,nità si è scissa fra i « monetaristi », cioè quelli che vogliono dare la priorità all'unione monetaria, e gli << economisti », cioè quelli che vogliono innanzitutto· la realizzazione di politiche ecqnomiche convergenti. I p1 rimi sostengono che, in assenza di un p-otere politico europeo, il coo·rdinamento delle politiche econo105 ·Bibliòtecaginobiànco -

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