Riccardo Perissich sione britannica. Rischiamo quindi di trovarci in una forte contraddizione. Congelare tutto oggi in attesa che le trattative giungano alla fine può farci tro,vare, fra qualche anno, di fro1:1,tead- una situazione non più rimediabile. Co,minciare subito a discutere la riforma porrebbe il problema di come collegare i paesi candidati alla discussio,ne di una questione che li riguarda direttamente. Inoltre i Sei so,no tutt'altro che conco1 rdi sui cambiamenti da adottare; si potrebbe così avere il risultato di indebolire la posizione del governo britannico di fronte agli oppositori interni e di irrigidire la posizio·ne francese. Il problema agricolo appare quindi un labirinto dal quale è molto difficile uscire. Gli altri candidati. Rispetto, ai negoziati del 1961, il problema del Commonwealth ha perso molto della ,sua virulenza. Gli unici problemi che possono creare ancora qualche difficoltà sono quello delle esportazioni di burro neozelandese, di cui la Gran Bretagna è un mercato tradizionale, e di zucchero dei Caraibi. Per entran1bi dovrebbe però ·essere po.ssibile trovare un aggiustamento 11el quadro di un periodo transitorio e della ridefinizio·ne della politica comunitaria verso il terzo mondo. Quando si parla di allargamento della Comunità si tende a volte a volgere lo sguardo alla sola Gran Bretagna, dimenticando che ci sono altri tre candidati: l'Irlanda, la Danimarca e la Norvegia. Sul piano procedurale si è deciso di tenere quattro negoziati paralleli, che dovrebbero concludersi contempo 1 raneamente; uguale dovrebbe essere anche la durata del periodo 1 transitorio per tutti_ i candidati. È chiaro che il negoziato co·n la Gran Bretagna co-ndizionerà quello con gli altri paesi, anche perché è quasi certo che 11essuno dei piccoli potrebbe proseguire da solo in caso di fallimento degli inglesi. Tuttavia il fatto che esistano altri tre candidati, oltre a co,mportare dei problemi specifici, avrà certamente qualche influenza anche sul negoziato inglese, e, in generale, sugli svilup.pi futuri della Comunità. I problemi particolari dei tre candidati non sono, molto importanti. La Danimarca è il paese cl1e ha minori difficoltà: se dipendesse solo da loro, i danesi po1trebbero aderire in t1n tempo molto breve. L'agricoltura irlandese richiederà qualche adattamento. Un problema è invece posto dall'agricoltura norvegese, che è molto protetta ed è l'unica ad avere prezzi più alti persino di quelli comunitari. Una soluzio,ne è stata trovata anche per l'equilibrio istituzionale all'interno, della Comunità allargata: mentre la Gran Bretagna avrebbe, nelle· varie istituzioni, uno status pari a quello dei « grandi » attuali (Germania, Francia e Italia), Dani1narca, Irlanda e Norvegia si collocherebbero in una po102 Bibiiotecaginobiahco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==