Riccardo Perissich mità. Contemporaneamente essi po,ngono, perentoriamente agli inglesi la condizio,ne dell'accettazione della politica agricola quale è attualmente. In questo modo si sono garantiti che nessuno, né gli inglesi né i tedeschi, potrà tentare di giocare brt1tti scherzi durante· i negoziati. Tuttavia la ·Comunità è già ora impegnata nella discussione del Piano Mansholt, cl1e è poi una proposta di revisione della politica agricola, ed è inevitabile che ciò si ri11ercuota sul tavolo dei negoziati. La situazio-ne è però doppiamente paradossale. All'inter110 della Comunità, il paese pii1 insoddisfatto,, essendo· il principale co,ntribuente, cioè la Gern1ania, è anche quello· i cui agricoltori sono più ft1riosamente legati agli altissimi prezzi comunitari. Per quanto, invece riguarda la Gran B~etagna, 1nentre l'adozione del Piano Mansholt corrisponderebbe certa1nente ai desicleri degli inglesi, esso comporterebbe tuttavia un elevato costo aggiuntivo che si ripercuoterebbe su tutti i paesi e n.o-n solo su quelli biso1 gnosi di maggiori riforme. Pur essendo una soluzione nel lungo periodo·, la riforma delle struttt1re provoca quindi dei pro,blemi aggiuntivi nei tempi brevi. D'altro canto, la prospettiva dell'allargamento pone in evidenza a11che maggiore la necessità di 11n,a riforma della politica agricola. Pur avendo un livello di pro·duzione molto basso, l'agricoltura britannica è infatti mo.I,to efficie11te. Oggi gli agricoltori in.glesi :sono riluttanti nei co·nfro·nti della politica comunitaria, soprattutto perché temono di abbando.nare un sistema collaudato e soddisface11te, per un sistema sconosciuto· e di cui tutti parlano• male. U11a volta superata la paura dell'ignoto, però, il richiamo degli alti prezzi potrebbe giocare un certo ruolo e la Gran Bretagna, invece di diventare tm allettante mercato, come sperano francesi e italiani, potrebbe rivelarsi un altro contribuente all'accumulo delle eccedenze. Appare qt1indi sen1pre più chiaro cl1e anche una riforn1a basata solo sulla politica delle strutture non è lJiù s.ufficiente. Il risultato di tale riforma sarebbe certo una situazione più etficie11te e più remunerativa per gli agricoltori, ma, col livello attuale di pre_zzi, un aumento di produttività legato al pro·gresso tecnologico co,mpenserebbe larga1nente il calo di mano,dopera e la riduzione di superfici coltivate, lasciando intatto il problema delle eccedenze e consentendo ad alcune posizioni di rendita parassitaria di p,rosperare indisturbate. È quindi r1ecessario affrontare anche il problema di t1na graduale riduzio,ne dei prezzi. • . Vi è inoltre la questio 1 ne dei costi che l'accettazio·ne della politica comunitaria comporterebbe per la Gran Bretagna. Negli ultimi tempi si è assistito ad una certa conyergenza nelle diverse_ valutazio.ni. Se-- condo, le cifre fornite dal governo conservatore, la Gran Bretagna, 100 Bibiiotecaginobia·nco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==