.. RECENSIONI Il " pasticcio ,, di Gadda Probabilmente, il problema più inquietante offerto dalla scrittura di Carlo Emilio Gadda, è costituito dall'ambigua natura del pastiche linguistico, in cui si viene realizzando la sua trascrizione narrativa. Nel saggio introduttivo a La Cognizione del dolore, p,remesso all'edizione del '63 comparsa nei tipi dell'Einaudi, - è di questi giorni una nuova edizione a cui sono stati aggiunti altri tre capitoli - Gianfranco Contini ne sottolinea la funzione di definizione formale, momento significativo, ma complementare nei confronti di altri problemi più specifici e legati alla struttura interna dell'opera: l'indubbio riferimento alle avanguardie europee, il sofferto rapporto tra rappresentazione e definizione che si risolve tanto· nel « frammento », quanto nella « liberazione » affidata alla parola, aspetti dell'opera di per sé tali da consentire una interpretazione della formazione culturale dello seri ttore e dei suoi esiti letterari. E cioè, se, per il Contini, « ... la ragione più radicale del frammento narrativo risiede per definizione nella qualità lirica del temperamento» (p. 11) di Gadda, è altrettanto vero che l'interpretazione più piana si può ottenere: moven·do dall'avanguardia lirica di « Solaria »: insomma « ... la sua narrativa tiene meno del romanzo tradizionale, inclusa l'appendice neorealistica, che del poème en prose» (p. 12). D'altra parte, Contini aggiunge, si può certamente parlare di un rapporto con la narrativa tonale d'atmosfera, solo se si tenga presente che lo sp,azio di Gadda è ,diverso: i st1oi strumenti non sono né quelli della memoria, né quelli dell'evocazione. « Il solo bene di Gadda è il presente, l'esaltante b·uccia delle cose, che egli perciò infrange e movimenta nel caleidoscopio dell'espressività convocando ecletticamente i materiali utili da ogni zona dell'orizzonte: non tono ma colore» (p. 12). Per così dire s.provvi,sta di memoria storica la sua immaginazione linguistica può liberarsi nella stia dimensione più lt1ssureggiante, penetrando con una dialettica as,sai semplice in un tempo, non concreto ( « la sua rap,presentazione è un frutto che esplode da una macerazione retrospettiva, ma indistinta» [p. 13]) ma materiato dal deposito linguistico delle generazioni, come delle regioni, una sorta di lirica fabulazione in cui si libera l'immagine poetica. Tuttavia c'è una possibilità di leggere la scrittura gaddiana cercando Gli reperire il nucleo di idee -di fondo, i presupposti di pensiero, le sue premesse teoretiche insomma, e tentare di risolvere attraverso questa chiave i molti sen·si di una scrittura, di per sé testimonian~a di una qual certa vocazione anfibolo 1 gica, .e, contemporaneamente, cercare le leggi di una possibile, continua integrazione, fra biografismo e scrittura, riflessione e romanzo. 97 Bibliotecaginobianco
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