Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Ugo Leone lizzazione di Teramo a nord, dell'area di sviluppo industriale di Valle di Pescara al « centro» e del n11cleo di in,dustrializzazione di Vasto a sud. L'altra direttrice è la trasversale dal Fucino· fino a Pescara. Pescara, e quindi l'agglomerato che questa città forma con Chieti, costituisce dunque il punto di inco·ntro e ·di saldatura delle due direttrici e costituisce, come abbiamo visto, « il nodo più importante dello sviluppo regionale ». Uno sviluppo che nella zona non è solo industriale, ma anche turistico ed agricolo. Uno sviluppo, però, che non è avvenuto gradual1nente; è letteralmente esploso e, come ogni esplosione, ha finito anche col provocare il caos; un caos che, specialmente nel campo urbanistico, assume livelli macroscopici. D'altra parte, Pescara è una città che ha visto crescere la sua popolazione dai 32.000 abitanti del 1921 ai 120.000 attuali. Era perciò naturale che al boon1 demografico si accompagnasse i,l boom edilizio. Quest'ultimo è stato effettivamente impetuoso, ma ancor più disordinato che nel resto del paese: le case sono cresciute sproporzionatamente in altezza, hanno occupato ogni spazio libero e non hanno risparmiato né la spiaggia né la splendida pineta. Pare, tuttavia, che i pescaresi vogliano così la loro città. Infatti, come riferiva qualche mese fa un quotidiano milanese, il direttore dell'Unio,ne Industriali ha dichiarato, a proposito· dello sviluppo edilizio della città: « per fortuna non avevamo vincoli paesistici da rispettare~ né chiese o palazzi da tutelare. Quel poco cl1e c'era fu distrutto dalla guerra. Noi l'abbiamo ricostruito senza sosta come forse11nati. C'è il caos edilizio, ma non venite a farci rimproveri, sappiate che non ce ne importa 11iente ». Senza volere entrare nel inerito di tali dichiarazioni, non possiamo fare a meno di rilevar11e la scarsa lungimiranza. Pescara, infatti, non ha solo una vocazione residenziale; ne ha anche una industriale e una turistica. Anzi, in tanto ha una vocazione residenziale, in qua11to l'ind11stria e il turismo costituiscono fonti di red,dito che, appunto, « attraggono » popolazione. In queste circostanze, il caos edilizio può essere magari indifferente per lo svilup·po industriale, il quale a volte contribuisce a provocarlo, ma non lo è certamente per lo, sviluppo turistico. Una città che cresce sott~aendo spazio alla spiaggia e alla pineta di-- strugge ricchezza. E ciò è tanto più vero oggi, in un'epoca, cioè, in cui la continu.a e indiscriminata manomissione dell'ambiente in cui viviamo fa sentire sempre più vivo il bisogno, di evasioni verso· zone in c_ui la natura conservi intatte le sue caratteristiche. È chiaro che, in assenza di un'organica politica di piano, le tendenze attualmente in atto in Abruzzo, lasciate libere di manifestarsi, continuerebbero ad accentuare l'abbandono delle zone interne e la 88 Bibiiotec·aginobianco

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