Pescara, L'Aquila e dintorni considerazione della possibilità di integrazione turismo-agricoltura i11 molte zone montane, al superamento di notevoli « strozzature », quali la « carenza dell'organizzazione del territorio » e « l'insufficiente coordinamento dell'offerta turistica nel senso più a1npio ». L'ASSETTO TERRITORIALE DELLA REGIONE. Dalla « fotografia parlata » che abbiamo « scattato » nelle pagine precedenti appaiono evidenti, sullo sfondo del territorio, dei dati che hanno maggiore risalto. Fra questi ci preme subito considerarne uno che, insieme con gli altri, può consentire di indicare le linee di un assetto· economico e territoriale ordinato, e forse anche originale, della regione. Ci preme, cioè mettere subito in rilievo i dati che si riferiscono alla po·polazione. La popolazio11e abruzzese, che, come abbiamo visto, supera di poco il milio,ne ·di abitanti (1.214.438 al 1967), si può considerare, quantitativamente, quella di una grossa città: una di quelle città, cioè, come Roma, Milano, Napoli e Torino, che, per avere superato il milione di abitanti, vengono definite « milionarie». Una grossa città: è forse questo il modo nuovo di considerare l'Abruzzo i11 prospettiva e, quindi, la visuale migliore per studiarne e tentare di risolverne i problemi. Una « cittàregione » in senso lato, servita da una fitta rete di comunicazioni cl1e, a livello stradale e autostradale, avrebbero lo stesso ruolo che l1anno le « tangenziali » e gli « assi attrezzati » per città come Milano·, Ro,ma e Napoli. Una città è divisa in quartieri e una città « ordinata » è divisa in zone con una certa « specializzazione »: la zona residenziale, il centro direzionale, la zona i11dustriale, oltre alla fascia più periferica destinata all'·agricoltura e, nei casi più fortunati, la zo,na per il tempo libero o « verde attrezzato ». Una città-regione o·, meglio ancora, una « regione ..città », come è ipotizzabile divenga l'Abruzzo, potrebbe e do·vrebbe presentare una analoga divisione in zone, esaltando,, come abbiamo ripetutamente ·detto, la vocazione di ognuna di esse. Fino ad ora abbiamo, sia pure som1nariamen.te, visto come si è « storicamente » svolto lo sviluppo della .regione. Parte11do da queste considerazioni e dall'esan1e delle tendenze in atto, possiamo cercare dj in·dicare dei correttivi laddove queste tendenze risultano sbagliate, ·e le possibilità di un più ordinato svilup•po laddove questo avviene caoticamente. Attualm_ente, la regione si svilup•pa lurigo due direttrici: q11ella litoranea adriatica, caratterizzata ':lalla presenza del nucleo di in,dustria87 Bibiiotecaginobianco
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