Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Pescara, L'Aquila e dintorni Un certo sviluppo potrebbero, poi, avere le industrie tessili e dell'abbigliamento, che già presentano notevoli imprese nella regione e, secondo le indicazioni del citato « schema », « alcune industrie chimiche, l'industria cartaria e cartotecnica e quella dei materiali di imballaggi, per l'incremento delle esportazioni ». Buone sono anche le prospettive per le industrie di materiali per costruzioni « in relazione alla massa di investimenti che si prevede saranno effettuati nella regione nei settori della viabilità, della sct1ola, ospedaliero, ecc. ». Ma non bisogna dimenticare l'industria di trasformazione dei prodotti agricoli, che se oggi è caratterizzata da impianti di modeste dimensioni e da limitati investimenti, può presentare, specialn1e11te nella Piana del Fucino, importanti prospettive di sviluppo non solo nel settore alimentare di tipo tra·dizio,nale (quale l'industria conserviera), n1a soprattutto nel settore della surgelazione: un'industria moderna, con prospettive di mercato interno ed esterno vastissime, che va localizzata, per le sue particolari caratteristiche, nelle immediate vicinanze delle zone di produzione (orticole essenzialmente) e che, quindi, troverebbe nel bacino del Fucino l'ambiente più congeniale esistente nella regione. Titrismo. Come si è accennato, il turismo, che rientra nelle attività del cosiddetto terziario, si può oggi considerare sempre più una vera e propria impresa industriale. Non può, né deve, essere diversamente in Abruzzo, una regione che presenta una lunga fascia costiera per il turismo « balneare »; massicci montani quali il Gran Sasso• e la Maiella; un parco nazionale che rimane ancora, malgrado i numerosi (e riusciti) tentativi di manomissione, una risorsa di estrema bellezza e importanza. Dunque, l'Abruzzo è caratterizzato dalla possibilità d.i sviluppo contemporaneo di ·due sistemi di aree: quello· litoraneo adriatico, dal Tro·nto al confine meridionale della regione, e quello montano i11terno. La distanza che separa le pendici del Gran Sasso e della Maiella dal mare sono spesso modeste, per cui esistono anche notevoli possibilità di interrelazioni tra i due sistemi; e, ancora, si po,ne il problema della possibilità di utilizzazione turistica ·della zona cli « passaggio » dal monte al mare, di quella, cioè, intermedia collinare. Si tratta, essenzialmente, delle colline del Vastese, di quelle tra Pianella, Villa Celiera, Forca di Penne e Alamo a sud-est del Gran Sasso; delle zone a nord di Isola del Gran Sasso, di Penne e di Loreto Aprutino e, infine, della grande zona collinare tra la Maiella e il mare. Luoghi, questi, che h2nno, soprattutto, tutti i num~ri per rispondere « a certe ésigenze intime di ricambio vitale e di rottura con l'ambient~ urbano che la vita ,delle grandi città 85 Bibiiotecaginobianco

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