Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

.. .. Pescara, L'Aquila e dintorni la Piana di Nevelli, sono considerate di « media suscettibilità » sia per le limitate dimensioni, sia per gli sfavorevoli fattori climatici. In sintesi, dunque, in sede di programmazione, come è stato rilevato, si tratta di favorire le tendenze che portano ad un razionale sfruttamento delle vocazioni colturali della regio·ne incoraggiando la sostituzione della cerealicoltura con le colture industriali; stimolando, tramite l'irrigazione, lo sviluppo dell'orticoltura; promuo,vendo la rico11versione a bosco e a pascolo. delle zone montane, sia per valorizzare le risorse turistiche della regione, sia per stimolare lo sviluppo della zootecnia. Industria. L'industria abruzzese è caratterizzata dalla conce11trazione in ristrette zone, sia per le difficoltà create dall'ambiente fisico, sia per l'attuale sistema infrastrutturale, sia per l'esistenza « di un unico grosso mercato· cli consumo costituito dall'agglomerato Chieti-Pescara » nel quale, appunto, si è concentrata la maggior parte degli investimenti i11d us triali. Comunque, ai sensi della legge 29/7 /57 n. 634, nella regio,ne sono stati individuati e « istituiti »: un' « area di sviluppo industriale » - quella della Valle del Pescara, comprendente gli « agglomerati » di Chieti-Pescara, Lanciano, \lal Saline e Ortona - e tre « nuclei di industrializzazione», quelli di Avezzano, Teramo e Vasto. La Valle del Pescara, come si è accennato, è quella che presenta il maggior dinamismo e nella quale si è realizzata una varietà abbastanza consistente di insediamenti produttivi. Nei primi sette anni di vita del Consorzio, dell'insieme, cioè, dei quattro agglomerati che co-- stituiscono l'area, si sono avuti circa 11ovanta insediamenti p-er complessive 8.000 unità lavorative impiegate; meno, comunque, della metà dell'incren1ento di occupazione previsto dal Piano regolatore del Consorzio per il decennio 1964-73. C'è però una importante circostanza da te11er presente, e cioè che « lo sviluppo tecnologico è stato, rapidissimo e di così grande dimensione da modificare sostanzialmente gli impianti e le attrezzature produttive delle. aziende tanto da rendere inattuali i dati contenuti nel Piano Regolatore riguardanti l'incremento di occupazione della mano d'opera. Per cui si potrebbe con una certa approssimazione concludere che la previsione 1963 dei 20.0000 posti di lavoro· nei primi 10 anni, in dati reali, non possa oggi essere stimata in più di 15.000 unità » 12 • 12 Cfr. « Area di sviluppo industriale della Valle del Pescara», supp,1. a IASMNotizie, n. 54 del 20 ottobre 1969. 81 Bibiiotecaginobianco

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