Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

Pescara, L'Aquila e dintorni Come abbiamo accennato, il fenomeno dell'esodo non coi11volge i comuni capoluogo la cui popolazione è aumentata da un massimo del 64,4% a Pescara a un minimo del 6,6% per L'Aquila ( +26,7% per Chieti e + 16,8% per Teramo). 1\bbiamo detto che nel quindicennio considerato la popolazione regionale è diminuita del 4,4%; tuttavia nel quinquennio 62-66 l'andamento demografico della regione ha mostrato una certa stabilizzazio,ne co•n qualche sintomo addirittura di « ripresa » per alcune zone : lo sviluppo demografico interessa in misura sempre più intensa la fascia costiera ed alcuni comuni dell'entroterra collinare, mentre si nota l'arresto del regresso demografico nella zona del Fucino, nella conca di Sulmona, nella co·nca aquilana e nelle zone collinari della pro.vincia di Chieti. Riassumendo, appaiono evidenti alcuni punti: in 15 anni la popolazio11e·abruzzese ha subìto un decremento di 56.740 unità; questo dato è il risultato della differenza tra un saldo migratorio negativo di 213.585 unità e un incremento naturale di 156.845. Poiché il fenomeno migratorio interessa prevalentemente le classi giovani e i maschi, ne scaturisce, oltre all'esodo, un altro fatto importante e cioè la senilizzazione (aumento della percentuale dei vecchi sulla popolazione) e femminilizzazione (aumento della percentuale ,delle femmine) della popolazione. Da questa constatazio,ne ne scaturisce immediatamente e direttamente un'altra: la diminuzione del tasso di natalità risultato, nel periodo in esan1e, del 17,4%o (notevolmente al di sotto di qt1ello delle regioni meridionali nel loro complesso: 22,9roo ); l'andamento piuttosto costante (9,0%o) del tasso di mortalità e, quindi, la diminuzione del tasso di incremento naturale all'8,4%o annuo (Mezzogiorno: 13,3roo). Partendo da queste premesse, è possibile calcolare che, fermo restando l'attuale tasso di incremento naturale annuo 6 , nella migliore delle ipotesi, nell'ipotesi, cioè, che il saldo migratorio· negativo vada progressivamente diminuendo sino ad annullarsi in un decennio, nel 1980 la regione dovrebbe far registrare una popolazione oscillante fra l.320.000-1.380.000 abitanti. Una « oscillazione » inevitabile in sede di previsioni demografiche, specialmente, poi, per una regione dalla dinamica demografica così problematica quale l'Abruzzo·. Una popo1lazio11e, cioè, ai limiti del mini1no indispensabile per la vita economica della • regione. 6 È ipotizzabile che resti tale perché i fenomeni· di senilizzazione e femminilizzazione faranno sentire ancora a lungo il loro effetto sulle nascite anche se il movimento migratorio cessasse improvvisamente. 73 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==