Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

.. Pescara, L'Aquila e dintorni di montaggio i cui anelli o pezzi da « montare » sono « i servizi » da mettere a disposizione del consumatore. Partendo da queste premesse possiamo dunque affermare che l'Abruzzo può e quindi deve uscire dalla situazio,ne di sottosviluppo economico in cui da troppo tempo si dibatte nella gran parte del suo territorio. Per raggiun·gere questo obiettivo gli interventi non possono essere sporadici, o, magari, continui ma « disordinati », cioè dispersi nello spazio e nei settori economici. Occorre, dunque, un piano; un piano di sviluppo che, tenendo presente la situazione obiettiva della regione che abbiamo sia pur sommariamente delineato, individuando, e quindi assecondando, la « vocazione » delle varie zone in cui è possibile dividere la regio11e, indichi le linee lt1ngo le quali deve muoversi una politica di interventi per uno sviluppo armonico ed equilibrato della stessa. È chiaro che per poter pianificare una politica di sviluppo a mediolungo termine è necessario poter contare su un certo potenziale umano. Una regione come l'Abruzzo, con 11na popolazione che è la metà di quella di Roma e in continua dimint1zione, corre il rischio di diventare nella gran parte del suo territorio un museo vivente, o meglio morente, e nello stesso tempo un monumento alla imprevidenza e alla incapacità degli uomini politici. Ma per poter contare su una popolazione che almeno smetta di emigrare è necessario assicurarle le possibilità di vita che potrebbe, emigrando, trovare altrove. È un circolo chiuso. Pertanto il problema non va risolto gradualmente, 1na va « aggredito » contemporaneamente da tutti i lati con una politica di sviluppo intesa non in senso settoriale (l'industria o l'agricoltura o il turismo), ma in senso globale (l'industria, l'agricoltura e il turismo), sempre, è be11e ripeterlo, nel rispetto delle vocazio11i delle singole zone e, quindi, senza cedere alla facile demagogia che vorrebbe una ciminiera accanto ad ogni campanile. La popolazione. Il discorso, du11que, va affrontato cominciando dall'elemento umano. Il fenomeno dello spopolan1ento è molto vistoso e, come vedremo, co,i1diziona non poco la vita della regione. Nel 1951 risiedevano in .Abruzzo 1.276.661 abitanti, diminuiti a 1.206.417 nel 1961 e leggermente aumentati a 1.220.909 nel 1966 3 • Come si vede, 11el periodo fra i due censimenti, la :regione ha perso oltre 70.000 abitanti (-5,5% ). 3 Nel 1967 sono risultati 1.214.438, nel 1%8, 1.205.142. 71 s·ibiiotecaginobianco

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