... Italo Talla agricolo e della distribuzione, restano ancora aperti e da risolvere numerosi altri problemi che concorrono a determinare il ritardo dell'industria alimentare italiana. Dalla carenza 4egli studi nel campo della dietetica e della scienza dell'alimentazione, all'insufficiente sviluppo della ricerca destinata a introdurre nuove tec11olo•gie; dal problema della genuinità dei pro,dotti ad una più appropriata legislazione sulle frodi alimentari, e sul co,mmercio al dettaglio. In ogni caso, quale che sia la risposta che si riuscirà a dare ai problemi che il gap alimentare pone nel nostro· paese, resta pur sempre un ultimo interrogativo: quale sarà la funzione da assegnare all'industria . alimentare in una politica di sviluppo del Mezzo,giomo? Non bisogna indulgere a facili ottimismi. Se lo, sviluppo dell'industria alimentare viene lasciato• al cosiddetto· « gioco spontaneo delle forze ,di mercato », così come è avvenuto fino,ra, probabilmente nel Mezzogiorno avremo· solo uno sviluppo dell'industria delle bevande analcooliche ed alcooliche e qualche fabbrica di surgelati; mentre il gro,sso della nuova indt1stria conserviera e dolciaria si svilup.perà fuori del Mezzogiorno, e la vecchia struttura dell'industria molitoria, di pastificazione ed olearia scomparirà quasi del tutto.· Al contrario, se saremo in grado di rilanciare la politica di piano e con la politica di •piano dar corpo- a quel « pro,gramma di promozione » per l'industria alimentare di cui si diceva, potrem1no anche vincolare le partecipazioni statali ad un maggiore impegno nel settore e co11vogliare verso il Mezzo,giorno sia il capitale st~aniero che quello italiano. Anche in quest'ultimo caso, però, lo sviluppo nel Sud dell'industria alimentare moderna e di tipo nuo-vo non può costituire un'alternativa rispetto ad un p,rogramma di investimenti che copra tutti i settori industriali, in quanto può contribuire a risolvere solo, in parte il problema principale del Mezzogiorno, il problema dell'occupazio·ne. Prendendo per buone,. infatti, le previsioni di occupazione industriale nel Mezzo,giomo, nel quadriennio 1969-'72, effettuate dalla ·Confindustria, si ha che nel com·plesso del settore alimentare l'occupazio-ne aggiuntiva sfiorerebbe le 6.000 unità. Inoltre, se si pren·de in esa,me la capacità pro·duttiva dislocata nel Mezzogiorno rispetto a quella nazionale nel 1968, e la percentuale analo 1 ga prevista per il 1972, si desume che do,vrebbero essere unicamente i settori dell'industria di surgelati e precucinati, e delle bevande alcooliche ed analcooliche, ad aumentare la loro presenza nelle regioni del Sud. Vi è, infine, un'ultimo aspetto che deve far ritenere lo· sviluppo del settore in esame soltanto come integrativo del processo di industrializI 66 Bibiiotecaginobianco
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