Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

.. Italo Talia imprese e a sostenere in modo particolare il loro- svilup·po nelle aree · del Mezzo1 giomo, sia le forme attraverso cui realizzare una migliore regolamentazione dei rap,porti tra agricoltur~ e industria ». Tale programma di ·promozione prevedeva, in pariticolare, la costituzione di una società a partecipazione pubblica nell'attività di commercializzazione, individuata come il nodo da sciogliere per lo svilup,po del settore. Da parte nostra dobbiamo aggiungere che anche nella fase della trasformazio,ne si rende necessario un più diretto impegno del capitale pubblico, proprio per legare nel modo più organico possibile l'intero ciclo della « rivoluzione alimentare » nel Mezzogiorno. Si tratta, inoltre, di cointeressare in maniera ·più massiccia anche il capitale straniero, il cui contributo non solo finanziario ma anche di esperienza tecnica e organizzativa, può essere determinante per la creazione nelle regioni meridionali ,della « nuova industria alimentare ». Attualmente l'industria -di Stato è presente in mo·do· limitato e disorganico. La SME Finanziaria ha una partecipazione di minoranza nella Cirio, controlla la Surgela, azienda di dimensioni modeste e con grossi problemi di avviamento, gestisce aziende agricole (la SEBI) per una estensione complessiva di 3.000 ·ettari e co,ntrolla una rete .di supermercati con 15 punti di vendita. Il gruppo EFIM co•ntrolla la Ajino,moto Insud (produzione di glutammato monoso 1dico), la Frigodaunia (pro,duzione di surgelati) e detiene, inoltre, il pacchetto di maggioranza della società AL.CO., che ha avviato la produzione dello, stabilimento di Bari, la cui potenzialità pro·duttiva raggiunge le 12 mila tonnellate di alimenti conservati, e che controlla la Agriofanto (conduzione di aziende agricole, costruzione e gestione di impianti di conservàzione, trasformazione e gestione dei prodotti agricoli). Siamo, quindi, ancora agli inizi dell'integrazione co,mpleta del ciclo agricoltura-industria-commercio in un settore in cui le partecipazioni statali avrebbero notevoli capacità di promozione, iniziativa e coordinamento. Di qui la necessità del « programma di pro·mozione » di cui si diceva, che impegni ·e vincoli sulla base di precise direttive politiche le partecipazioni statali nel settore dell'industria conserviera. Ciò dovrebbe valere in particolar. modo per la SME Finanziaria, se è vero che il suo ingresso nel settore dolciario ha rafforzato la posizione di questa società nell'ambito dell'in,dustria alimentare italiana. e) L'industria molitoria e di pastificazione. Il quadro dei problemi non muta se ci spo,stiamo ·nel settore più tipico e tradizio·nale delle produzioni alimentari. Anche l'industria moli62 , Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==