Editoriale buona parte compromessa riforma regionale. Ma tittto questo, si dice, è colpa dei moderati, dei reazionari, del « partito dell'avventura»: e se invece fosse colpa anche del tradizionale velleitarismo della sinistra democratica? · Ci si è do1nandati perché la mattina del 6 luglio l'on. Rumor abbia dato irrzprovvisamente le dimissioni; e si stenta a trovare una risposta persuasiva. C'è, infatti, la risposta diffamatoria ( la crisi nervosa del Presidente del Consiglio) e c'è la risposta 1nachiavellica ( il disegno politico del « partito dell'avventura >>), n1a non c'è la risposta persuasiva. Non è persuasiva la risposta diffamatoria perché, quand'anche fossero saltati i nervi dell'on. Rumor, resterebbe da dimostrare perché gli sono saltati e perché i suoi amici e collaboratori non sono riusciti ad evitare che saltassero. Né lo è quella che attribuisce la crisi ad un diseg110 del « partito dell'avventura» perché, quand'anche vi fosse un gruppo di uomini intenzionato a provocare crisi a ripetizio1-1e ed u-11acronica instabilità politica, per approdare ad una stabilità diversa da quella democratica, autoritaria1nente imposta e n1antenuta, resterebbe da dimostrare come qitesto gruppo di itomini inte11da passare dalla intenzione alla realizzazione vera e propria del suo diseg110 e come questo disegno si configuri nei concreti particolari dopo cfze le elezioni del 7 giu.gno l1anno fornito itn' eloquente indicazione per la stabilità democratica. A noi sembra quindi che la sola risp·osta persuasiva che si possa dare, a chi si domanda perché l'on,. Riunor abbia dato le dimissioni, sia qitesta, la più semplice e la più ovvia: erano venute meno le condizioni di sopravvivenza del sito governo: erano venute meno perché era fallito i.~ « vertice » sz,tlla situazion.e econon1ica e finanziaria (si veda più avanti l'articolo sit « la riabilitazione del Piano »), era fallito ancl1e quello sulle giunte, e lo sciopero generale indetto per il 7 luglio testimoniava quanto meno cli un f allime11to dei tentativi di stabilire tra governo e sindacati un'intesa per assicitrare la ripresa della produzione e per concordare i modi e i tempi dell'avvio delle riforrrze. In altri tern1ini, .è nostra impressione cl1e le ragioni addotte dallo stesso on. Ritmar per giustificare le sue dinzissioni vadano prese alla lettera; e che, a volerne cercare di più recondite, si rischia di alterare, per gitsto della sottigliezza o per spirito di tendenziosità, l'interpretazione politica di una crisi che è tanto più grave quanto più è stata inevitabile. Se infatti la crisi fosse stata il mo1nento di un disegno politico, preordinato. da te1npo e adattato alle circostanze, o se fosse stata la risultante del cedin1ento nervoso di un uomo, si potrebbe dire che era evitabile. Ma se la crisi è venuta con1e la conseguenza ultima di i1:naserie di f allimenti rispetto all'esigenza di risanare la situazione economica e di 4 I Bibliotecaginobianco
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